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giovedì 28 febbraio 2019

Christian Dior. Miss Dior Eau de Toilette (2019).

Non lo sa neanche Francois Demachy, 2019.

E' secco, anzi è una seccatura di profumo. Un involontario pink pepper (pepe rosa), incredibilmente polvere, come detersivo (in polvere). E una scorza d'arancio fritta nel dpg, fastidiosamente di traverso nell'esofago (non va né su né giù). L'impatto è cheap, l'evoluzione è cheap. Il drydown? Indovina!? Anche quello. Il marketing di Dior dice una rosa e mughetto. Ma non sa di rosa né di mughetto. Sappiamo cosa volevano dire, ma non sono riusciti a spiegarsi. Così il consumatore non arriva a capire che questa ennesima riformulazione è motivata dalla introduzione nella formula di nuove molecole veramente "infedeli" […]. Altrove blaterano di rosa centifolia!
MA DOVE!? Se c'è non è rintracciabile e quindi… è come non ci fosse. Allora perché insistere? Si punta sull'ignoranza, le donne giovani al massimo conoscono le rose da mazzo, che non hanno nessun odore. A loro puoi dire anche sudore di unicorno, se sei ****… Sarà l'ignoranza il segreto di ****? Andate a comprarvi creme snellenti sapete? Rossetti! Zucche *****! […].

Miss Dior Cherie era (IT WAS) un gran profumo (2005-2011), poi per il problema dei diritti sul nome... ma supercristo! potevano pagare per tenere "CHERIE"! E invece non gliene fregava niente. Come non gliene frega niente mò. Dior pensa che le sue clienti e i suoi clienti siano tutti delle ***** di *****. Ah, la gente non distingue i buoni dai cattivi, gli amici dai nemici.

Nel 2012 Miss Dior perde, dicevamo, la declinazione del nome "Cherie". La formula svalvola verso Coco Mademoiselle, che a quella data vendeva tantissimo. Poi tocca qua e ritocca là, tiralo di su e rischiantalo di giù, boh… ora (versione 2019) hanno in mano un gran disordine di profumo che […]. Tristezza.

RATING: ZERO.

mercoledì 27 febbraio 2019

Hermès Un Jardin Sur La (la la la?) Lagune... Seee... On pàr de bàe!

Christine (de sa ménopause) Nagel, 2019.
Da quando Christine Nagel ha sostituito Ellena, come naso di Hermes, ha generato solo e soltanto un mare di ********! E' sempre stata insicura, imprecisa e ******. Ma anche ba ba ba… E... un aiutino? Datele una vocale! Ha girato la ruota! Ma a rovinarla, sembra sia stata la menopausa. Attorno ai 50 anni (10 anni fa), è sembrata perdersi… Ba ba ba… Da da da... Gelat_to? E non si è ancora ritrovata!

Hermes farebbe bene a defenestrarla, insomma! è un gatto morto sulle balle... E non dicano che funziona come immagine, anche quegli occhialetti del ca***, da intellettualoide, ma daiii… Per la mummia tarmàta di Sartre dall'occhio vispo! Ma non vedete che ad ogni progetto vi fa spendere un mare di soldi, in progetti che non rendono niente? Fa succhi che succhiano (sucks) e non se li succhia nessuno! Eh, dai… Fatela scendere dalla carrozza. Abbandonatela a qualche semaforo. Mandatela via! 


Questo giardino sulla laguna è sce******, dài ostia, che cosa c'entra Venezia con questa versione imbottita di CK ONE?

Note ozonate, floreali antranilate con aspetti di magnolia, legnetti e freschezza tipo... gabinetti.

RATING: ZERO!

martedì 26 febbraio 2019

Coach Platinum for men.

https://jicky2.blogspot.com/2019/02/alien-man-mugler-for-men.html
Pinco Senza Una Palla, 2018. 
Notare il carretto alla Hermes… 
E che dire della denominazione di questo profumetto "Platinum" (alla Chanel)? 
Il flacone sembra un celebre vetro Givenchy, cromato...
Ma Coach non ha vergogna?

CMQ.

Vanilline, linalool, cashmeran, geraniol, sandela, ambroxan, nota pepata, nota fruttata. 
Non serve a niente. Può ricordare… un krapfen. O molti altri profumi vanigliati (tutti migliori di questo). 
Fa lo struzzo come uno struzzo. Bah. Non vale lo spruzzo. E' tutto tranne che un buon profumo...

RATING: ZERO.

lunedì 25 febbraio 2019

1957. Les Exclusifs de Chanel...

Christopher Sheldrake, 2018.

Mah… Peggio di così… Solo un fulmine, i piedi nella pozzanghera, ma in un giorno di sole. La sfiga. 
1957 bla bla bla, il negozio americano, bla bla bla. Dopo Coco Chanel e gli unicorni, prossimamente al cinema, Coco Chanel e il mistero dell'Area 57! New York. Tutta ricoperta di detersivo in polvere muschio bianco. Mamma del bambinello, che imbarazzante… Che imbarazzante! Acci e denti, acci e morta, acci e picchia. Li mortacci scarpe senza lacci? Tanto, è rimasto fulminato nella pozzanghera di prima… Gli cambia niente!

Seneca! Marco Aurelio! Epitteto!

Siamo noi vivi che ci rosoliamo nella sofferenza, come spicchi d'aglio!

Muschio bianco (un cocktail di muschi bianchi), nota antranilata (fiore d'arancio), aldeidi. Cumarine e iononi, leggero effetto irisato. Iso e super, vanilline. Feniletceteraldeide, per la punta mielata. 

Un muschio bianco, che sa di muschio bianco… Però è Chanel! Aaahnnn… Vero! Ma sa di muschio bianco. E nemmeno dei top di gamma tra i muschi bianchi attualmente disponibili. A volte, parecchie volte, al supermercato si trovano fragranze al muschio bianco più belle (in fine o funzionale). Che tristezza… Se non ci sono idee valide, o se il budget ridotto limita il buon gioco delle idee, sarebbe meglio evitare! Non lo ordina il medico di lanciare profumi continuamente! 
Chanel… Karl è andato via. Laura Pausini ci è rimasta male. Come se l'avessero chiamata con un rutto. Chiamata eh, non chiavata! Sempre a pensare cose sconce eh? Eeeh, dici no, ma io…
Eh!? Va beh.
Quanto a noi, algido distacco, recensiamo rielaborando lutto e brutto. Karl e questo 1957, da dimenticare.

RATING: ZERO_0,5/5

domenica 24 febbraio 2019

Mugler Alien Man for men.

Pinco Palla, 2018

Sembra Minotaure (1992) di Paloma Picasso... E' un sempliciotto al cashmeran, ambravanigliato e fruttato (plum base), punta di bacon strafritto, spinto fuori come un rigurgito da un pachiderma morente, la profumeria 2019, tra le puttane dipinte tra i putti pitturati e gli scaffali col grill tra i faretti abbaglianti (per una cottura perfetta)… E una vita al risparmio, uno squall*** inde***. Supercheap. 
Il flacone fa male alle mani anche solo a guardarlo. 

RATING: ZERO


sabato 23 febbraio 2019

Chloé Nomade. Cioè, Monàde...

Quentino Sella Bitch, 2018

Un insuccesso devastante.

Pompato come fosse un profumo buono, o almeno meritevole di attenzione. Questa banalità che colpisce il nervo trigemino scatena il dispiacere olfattivo, esplodendo in un mare di imprecazioni che ad asteriscarle tutte si farebbe 2020. E' un profumetto bimbeminchia nel Barbie_style dei Britney Spears, Byoncè, Katy Perry e pernacchiette simili.
Si rileva del calypsone, che è un ozonato citrico. Il materiale non ha colpe, ma Quentino lo ficca dove non va. Lui ritiene che l'oakmoss abbia sfumature iodate, noi no. E' une personne molto sensibile e piena di qualità ma non ha genio. Non ha una laurea in chimica (viene da oscure esperienze teatrali). Il suo approccio ai materiali è spesso […]. Non conosce i naturali. Non ha i capelli, ma per quello ci sono le parrucche; a lui si addice il biondo coi boccoli, tipo Marilyn. Se abbiamo qualcosa contro di lui, di certo non abbiamo nulla contro l'alopecia androgenetica dei calvi, crape da baciare. Ci sono un sacco di uomini che stanno meglio pelati che coi capelli, ma lui… sta meglio con la parrucca coi boccoli biondo Marilyn. Tacchi a spillo rossi, calze a rete, etc.
Petalia (rosato), Karmaflor (salicilato narcisorodriguezzoso), Nympheal (mughettoso frescolino), Mahonial (fiori bianchi). Georgywood (che stringi-stringi sa di cedramber), ma va là… gli hanno dato un nome enorme, quando bastava chiamarlo boh, Bubi?
Per tutti i peccati del mondo! ha usato un casino di captive(z), alcuni favolosi altri molto meno, tutti cmq rispettabili (tutti quelli che abbiamo elencato in maiuscolo). E li ha usati così male da farne una involontaria contropromozione alla G. che ne va fiera e ne detiene i brevetti. Cristo crocifisso! Quentino andrebbe... non appeso ma preso, per le orecchie! Senza tirare troppo: le ha già così grandi da fare provincia… Di fronte è tutto *******, di profilo è tutto ****. Ma vi pare il caso? Con tutto questo, è un bravo ragazzo. A volte. Cmq c'è il rischio che non sviluppi MAI una via personale e creativa al profumo. Il ruolo in cui è oggi, è troppo grande rispetto al suo potenziale decisamente limitato. Jean Guichard reggeva la scuola interna G. quando coso si perfezionava, ma non c'ha visto per niente giusto. Però, c'è un però. Rispetto alla media dei suoi colleghi va anche bene, ma trovare consolazione nel demerito altrui è miserrimo. Vada come vada. Tra oche e mammalucchi, il ragionier Quintino… Per ora resterà in sella.


Sniffare la mouillette con questa zingara o nomade, che dir non si voglian monàde (in veneto), è come ficcarsi gli artigli insaponati di un gattino verniciato a mò mocio_vileda (su e giù nel secchio) rosa fluo, dalle froce del naso su gli artigli fino in fondo al cervello. Graffiaaa@AAA! Pippare uno shampoo Garnier dello stesso colore del gattino raschiatutto. E ritrovarsi annientanti nella più deprimente delle equipollenze.
Indossare questa roba è masochismo. O femminismo, che altro non è che un diverso modo di essere masochisti, di trarre piacere dall'infliggersi del male.
Non funziona, non seduce, non allieta, non attrae ma respinge.
Il profumo si riprende nel drydown, prolungando così la sua banalità totale.

Rating: ZERO

giovedì 21 febbraio 2019

Givenchy Live Irrésistible Blossom Crush.

IFF, 2018.

Non è brutto come i femminili soliti, è una composizione che ricalca molte simili anni '2000, e in questo non c'è nulla di male, ricorda ad es. Jeanne Lanvin di Lanvin (2008), solo che quello era molto meglio, più brillante e giocoso. E' tutto uno scimmiottare (uh-uh), 10 anni dopo. E insomma, non entusiasma, c'è nel cuore una confusione, probabilmente andava da una parte quando hanno deciso di riportarlo dall'altra. E' un poco pasticciato. Ha una ricostruzione di peonia molto comune, la solita stanchissima base cassis, accordo frutti rossi sul raspberry ketone, muschi bianchi, vanillina, cashmeran, ambroxan e una gran voglia di sbadigliare.
Il flacone fallico, non ha molto senso, ma Givenchy ha perso il senso da talmente tanto tempo che… va bene tutto. Anche chiudere.
Poi questo, come si chiama? Irrésistible Blossom… se una lo vuole prendere, lo prende. Magari lo ha già preso altre volte e, per questo cosa vuoi che sia… comunque non è un grosso affare. Non fa paura a nessuno. Se poi una dice, l'ho già preso. Aaah, ma allora siamo recidive eeeh? è un riprendere qualcosa che si è già preso… E noi non ci mettiamo né davanti né dietro, semmai di lato, come i cornuti. In fondo se va a prenderlo dagli altri… ci tradisce. E se uno è tradito un po' cornuto lo è.

Rating: 1/5

_E comunque quel profumo ha il culo piatto!

mercoledì 20 febbraio 2019

Paco Rabanne, Pure XS (2018) Her. Madonna del Signore...

Coso Bitch, 2018.
Insopportabile. Rimasticatura sputazzante di cento altri profumi brutti alla stessa maniera, ma meno copiati male di quanto questo sia copiato ad nauseam. Una *****ta pazzesca. 

ANTISEDUTTIVO al 100%!

Se *** ****** si avvicina con questa roba, la insulto. Se ci devo combinare qualcosa, ** ******** ***** ***** doccia. Butto * *****. 

Non è pensabile di baciare con questo odore sotto il naso, di mangiare meno che mai. 

E' una situazione che va risolta. Questo tipo di profumi "Gourmand-Bitch-Barbie-Girl" devono sparire. Non ne possiamo più. Non ci viene, ma nemmeno per sbaglio! una cosa così ******* e super_cheap, così *********. E basta! 

Il profumiere è coso… Quintino, quello che se il cavallo non è sellato non sale in sella. Oh Cristo…
Senti qui. Avvicinati piano alla mouillette, soffri anche tu come noi? Oh, Cristo! No, che sporchi tutto! Molla che usciamo. Trattieniti! Vuoi un sacchetto? 

Tristezza di vaniglia zuccherina cremosa di aldeide c-18, lattonico_sempliciotta, base di schiff che fa da fiorellin dei poveri, solita base fruttata Sì di Armani, No anzi. Olympea, altra disgrazia… Gli somiglia, ma questa è una disgrazia modello base, Olympea ha anche i finestrini elettrici e il porta… non importa, non portare niente, scendiamo al primo tornante…
C'è l'altra aldeide! La c-14, senza paracadute! Aaa… Nota molesta pirazinica, finiamo il post l'anno prossimo.

Basta non ne posso più. Vaffanculo. 

Senti come cazzo ha messo i muschi, sembra una base per sapone mani, una secchiata che… Madonna del Signore! Aiutaci! 
Sandela score*****, angoscia d'ambra detergenza. 

A volte, se il committente vuole così, va bene. E' il committente che non capisce niente.
Ma qui come si chiama, belli capelli, coso… Quentin, si stima. MA DI COSA!? 
Non ha mai firmato un profumo che si possa dire buono, 'cazzo si stima? 

Rating: ZERO.


_Ma sto cazzo di serpente, peccaminoso, cosa c'entra? 
_AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH, spacco tutto!

martedì 19 febbraio 2019

Karl è andato via. Addio Chanel.

E' un omaggio, quindi la data di nascita è quella che piaceva a lui. 

Notizia attesa, che avremmo voluto non ricevere mai. 

Karl Lagerfeld era Chanel. La famiglia Wertheimer nei mesi scorsi ha sondato il terreno per valutare il dopo Karl. E' molto probabile che in tempi brevi si arrivi alla cessione integrale del marchio (e quindi alla sua distruzione totale). Conoscendo lo squalo Arnault, questa per lui dev'essere una giornata di coriandoli e festeggiamenti. Quel ricchissimo piccolo pezzo di *****. 

Prima di Karl (1982), Chanel era in un declino totale, il brand non valeva più niente. Negli anni '70 i profumi Chanel si vendevano nei drugstore col 3 x 2. Tutte quelle balle che raccontano poi sul passato del marchio sono oscene, Coco Chanel era una cretina totale, una incapace. Una stronza da competizione.
Odiosa e nazista, era stata graziata dalla famiglia che avrebbe voluto fare internare nei campi di concentramento, la famiglia che possedeva il marchio col suo cognome. Il vero motivo per cui oggi celebriamo Chanel e non Bourjois, non è Coco Chanel, che non valeva una cicca. E' solo che Bourjois non era spendibile nei mercati esteri per problemi fonetici. Siamo scossi. Non capiamo però tutti questi messaggi, mica era nostra zia… Dateci almeno il tempo di finire il post! Cmq gli volevamo bene. E se profittiamo di questo momento per strappare in due quelle fantabiografie piene di foto fantozziane sulla stronza, è solo per meglio celebrare il talento di quest'uomo instancabile ed eccentrico, che se ne va lasciando una voragine immensa. 

6 anni fa abbiamo indicato (7 febbraio 2013) il successore di Karl Lagerfeld. Non ci viene in mente niente di alternativo, perciò la futura proprietà di Chanel prenda John Galliano! Ancora Hitler? Hitler piaceva anche alla loro "fondatrice". Meglio di così!? Chiaro? O John Galliano o barbabietole da zucchero!

Ciao Karl! Che giornataccia :(

DI COSA È MORTO KARL LAGERFELD?

Soffriva di cancro al pancreas e il mese scorso aveva saltato la famosa sfilata per una pancreatite. Non sembra ci sia bisogno di tanto altro per lasciare il corpo fisico.

lunedì 18 febbraio 2019

La spiegazione ai recenti post strani o misteriosi.


Abbiamo 472 post di profumeria pronti, in bozza. Ma non li pubblichiamo. Abbiamo scritto/scriviamo di preferenza nuovi post che veicolano informazioni inattese, più o meno criptiche. Niente aggiornamenti Facebook. Nelle intenzioni dovevamo, con questo basso profilo, ridurre i lettori, che sono invece magicamente aumentati. E ridurre le richieste dei profumi JICKIEL®, che arrivano invece quotidiane, come niente fosse. La sintesi è... che qui ci sono problemi di salute e di affaticamento severi, il cortisolo è alle stelle, e cerchiamo di prendere fiato, scrivendo di questo e quel pensiero, fino ai drammi diversi dai nostri personali. Poi, i nostri profumi stanno avendo un tale (meritato, ci dicono tutti) successo in Italia e all'estero che, parlare di profumini e profumacci del regolare commercio, per quanto sufficienti, ci sembra oltraggioso alla altissima ed impareggiabile QUALITA', che stiamo esprimendo. Alcune delle nostre creazioni hanno sbalordito dei nomi ENORMI della profumeria mondiale. Non il poveraccio che va col banchetto a promuoversi alle fierucole di settore! 
NOI siamo NEL GOTHA della Profumeria Contemporanea! E VOI con NOI.
Grazie a tutti anche per le tantissime email di ringraziamento: sono eccitanti, sbalorditive e commoventi. Scusate se a volte non rispondiamo, è per i motivi sopra indicati. 
Poi. Fate conto che servono circa 10-12 giorni, allo stato attuale delle cose, perché un ordine possa essere preparato a regola d'arte, imbustato e spedito. Non riusciamo _attualmente_ ad accontentarvi in tempi più brevi. Avviso: Djed e Sol stanno finendo. Lavoriamo a 3 novità che vorremmo prossime, da tempi che il perfezionismo sta rendendo infiniti. 
Vogliamo che le nostre creazioni, e soprattutto chi le indossa, vincano ogni sfida o confronto, cioè non abbiano rivali. Lavoriamo incessantemente (anche) a questa invincibilità. 

Nessuno scrive email di ringraziamento a Guerlain, Chanel, Louis Vuitton, Annick Guttalax, Tom Sforz, Maria Scassalcazzaja, etc. Perché? Ma perché non offrono niente di entusiasmante, straordinario o lodevole: niente! E non pongono limiti al peggio. Certo, semmai ricevono email di lamentele! Quelle sì. Tanto se ne fregano, ci pensano il marketing e la pubblicità a tenerli a galla.
Noi invece, siamo sommersi di gioia e gratitudine. E riceviamo feedback tecnici, che vanno molto aldilà di quanto prospettiamo nei post di presentazione. Perché siamo esatti e sinceri* e promettiamo sempre qualcosa di meno rispetto a ciò che offriamo, perché si crei così un margine per lo stupore. Grande stupore e grande gioia, per voi e per noi. E adesso proviamo a riposare un paio d'ore.

Con affetto. 
J!cky 2.0🌿

*La sincerità premia perché il marketing ha abituato tutti alla menzogna. Le persone sono così abituate ad essere prese in giro dalla profumeria, dalla cosmetica, dalla moda, etc; che quando arriviamo noi, sono solo arcobaleni, campane a festa e la sera fuochi d'artificio! 

domenica 17 febbraio 2019

Il Principe Ranocchio.


Una principessa lascia cadere la sua palla d'oro, mentre gioca, in un pozzo; e un ranocchio si offre di aiutarla a recuperarla. Ma, lei deve promettergli di diventare la sua fidanzata e condividere un piatto e un letto con lui. Quando ha indietro la palla, torna a casa e abbandona il povero ranocchio nel pozzo. Ma la rana arriva alla porta del castello reale e, dato che un patto è un patto, su sollecitazione del Re suo padre, la principessa accetta di malavoglia di onorare la promessa. Condivide il suo tavolo con il ranocchio. E seppur riluttante accetta di portarlo nel suo letto. Al risveglio, la bestiola le offre di sciogliere il patto. Ma, solo in cambio di un bacio. La principessa non ne può proprio più, ma pur di liberarsene, chiude gli occhi e acconsente. Nello stesso momento, il ranocchio si trasforma in un bellissimo principe. Meraviglia! Era imprigionato in quella sembianza da un incantesimo maligno. Il regno in festa, i due si sposano. E, come finiscono le favole? E vissero tutti felici e contenti… 

Traduzione dall'originale ed adattamento J!cky 2.0.

sabato 16 febbraio 2019

Lineamenti del tenebroso futuro europeo.


L'Europa si avvia verso un bagno di sangue terribile. Avere permesso l'invasione in corso si tradurrà in un fiume di violenze, stupri, sevizie e morti. Soprattutto le donne, insieme agli altri soggetti più deboli, subiranno ogni nefandezza, anche in ragione dell'abbattimento dei loro uomini (loro nel senso tribale/etnico/comunitario), contro i quali talune senza intelligenza né vergogna ancora oggi si schierano. Non saremo in grado di proteggere la nostra discendenza, perché saremo umiliati ed annientati come nessuno ha ancora raccontato. Povertà e miseria si insinueranno in ogni casa. I cambiamenti in corso sono troppo rapidi e troppo intensi. Le tenebre copriranno la luce. Non vi è nessuna credibile integrazione possibile nei prossimi 20/100 anni, avremo semmai disintegrazione: il collasso della nostra società, del nostro mondo, dei nostri sogni, appare inevitabile, spietato e totale. L'economia europea subirà colpi così severi, che le banche ed i crediti di ognuno spariranno. Si fermerà tutto quello che oggi dà sicurezza. La vita quotidiana precipiterà nella paura. Molti di noi fuggiranno verso est. Altri varcheranno l'oceano in cerca di nuove patrie. 

UNICA SALVEZZA.

Solo un evento straordinario suscitato dalla vera volontà di ognuno di noi e dall'inconscio collettivo, potrà evitare la tragedia, che tutti dovremmo già avere davanti agli occhi, sforzandoci di vedere senza i paraocchi della disinformazione e della suicidaria propaganda imperanti. Può sì sorgere di nuovo, qualcosa o qualcuno di sovraumano, alto e nobile, gradito a quel Dio che la mediocrità ha relegato alla superstizione. Solo il sole che volitivo risorge, potrà invertire il corso degli eventi e restituirci la visione integrale del reale e del nostro vero ruolo nel mondo. La nostra salvezza difficilmente verrà da un movimento politico. Più verosimilmente una ragione di sopravvivenza, una forza di vera giustizia, attraverserà i popoli europei invasi, e li scuoterà, muovendoli alla reazione all'iniquità subita, con spinta identica ma contraria a quella usata dagli oppressori. Chiunque favorisca od abbia favorito i lupi che a branchi ci accerchiano, e le nuvole nere che si addensano sul nostro futuro, dovrebbe già essere marchiato d'infamia. 

giovedì 14 febbraio 2019

Pensione integrativa? Ma vaffanculo.


Una persona giovane non dovrebbe cadere nella trappola delle pensioni integrative. Sconsigliamo a chiunque abbiamo meno di 45 anni circa, di impegolarsi in rate per integrare la propria pensione da lavoro futura. Siamo pronti a scommettere che l'inculata per chi versa ogni mese quei soldi, ed è giovane, sarà devastante.

Andiamo incontro ad un periodo nero e schifoso, sotto ogni punto di vista. Non esiste persona di fantasia tale da immaginare un futuro positivo per l'economia occidentale, il caso Italia è ancora più tragicomico. Quindi tra fallimenti a catena, crolli macrosistemici e disoccupazione alle stelle (il futuro dei giovani e più giovani è disoccupazione e ancora più disoccupazione), conflitti sociali e guerre (ci avvisano che il nostro turno di europei è nuovamente all'orizzonte), non ha nessun senso pensare di affidare a enti fantasmatici ed impalpabili denaro oggi, con la prospettiva di riceverlo tra 20 o 30 anni. Anche nel caso le cose tra pugni, gomitate e sputi, non si compromettessero fino al punto di perdere tutto ciò che si è versato (e vale anche per enormi liquidità bancarie), non è nemmeno minimamente immaginabile che, stante la sensibilità odierna al tema, si possa immaginare un futuro in cui a fianco a chi non avrà nessun contributo e quindi vivrà in miseria totale, ci possa essere gente che prende pensione e contropensione, nei numeri la pensione integrativa andrebbe a pochi privilegiati, che finirebbero con l'essere vessati per la loro condizione privilegiata, in favore di chi non ha nulla. Quindi, prevediamo, che la pensione integrativa in carico oggi a pinco pallino andrà in beneficienza "forzata". Oppure sparirà, con i vari enti, nelle voragini dei terremoti finanziari (e anche peggio) che ci aspettano.

Consiglio. Godetevi i vostri soldi ora, non fatevi illusioni (ah, poi… vi auguriamo tantissima salute, ma ricordatevi che possiamo tutti morire anche domani).
Investite piuttosto (se proprio...) in beni reali.
Quando la riccioli d'oro della banca, o di quel che è, che ha esercitato la mimica facciale ai corsi per l'intortamento dei clienti, vi proporrà una straordinaria polizza integrativa per il vostro futuro, mandatela a fare in culo.

mercoledì 13 febbraio 2019

Vegan | A Day in the Life.

Che mattacchioni questi carnivori! Ah ah ah.



I beni culturali, la perla che strangola nel gozzo.


Tra le insopportabili scemenze legislative del nostro paese corrotto, invaso e impaurito, c'è una perla che strangola nel gozzo. Il bene "culturale". Già cultura è un buco nero nel quale sta ormai dentro tutto e il suo contrario. Ma va beh. Metti che possiedi una villetta antica e qualche rottinculo decide, che domattina diventi bene soggetto alla tutela e protezione del bla bla: quanti rottinculo paghiamo per rompere il cazzo alla gente per bene!? Retaggio del fascismo che tutti dicono tanto di odiare tra l'altro, quando si dice il comodo, se c'è del comodo, vero? 
Devi chiedere il permesso anche per verniciare la porta. Ma se è tua? Niente. Se non chiedi il permesso ti processano e ti multano. Sono dei bulli ma non lo sanno. 
Noi non sopportiamo le violazioni della proprietà privata! Secondo noi lo Stato finisce dove inizia la proprietà di ciascuno. Ogni proprietà privata dovrebbe avere lo status delle ambasciate straniere. Non è possibile avere diritti a condizione di. Dipendenti da. 
Se lo Stato, tanto largo di manica quando vuole incassare voti (vedi alla faccia del debito pubblico, renzi con gli 80 euro, i grullini con i 780 euro, etc) vuole un bene architettonico, se lo compra! Se non può comprarlo vaffanculo! Se una villa è nostra, noi la pitturiamo come cazzo ci pare. 
Se trovo delle monete romane nel mio terreno, le monete sono mie. Come pure se trovo del petrolio. 
No, dicono. No? Vaffanculo. Le sovrintendenze alle arti belle e meno belle, sovrintendano alle arti dello stato, non ai beni dei privati! Se comprano al prezzo di mercato i beni dei privati, poi ci possono fare quel cazzo che vogliono. Finché un bene è privato, il privato ci faccia quello che vuole. Anche buttare giù tutto per farci un campo da golf per giocatori di pallacanestro affetti da nanismo, o un grande prato per pascolarci le oche o le femministe, che starnazzano nella stessa maniera.

Ciò detto, lo Stato dovrebbe fare cassa finché si può. Troppo alti i costi di manutenzione. Vendere Pompei al giusto prezzo, è sempre meglio che strangolare la gente di tasse o far mancare i letti, non i medici, ma dei cazzo di letti! negli ospedali, con dei cazzo di svuotapadelle sorridenti! Ce ne fosse uno. Le persone sono spesso speciali, e le perone speciali vengono sempre prima delle cose. Anche perché le persone speciali fanno cose speciali, a volte più grandi e importanti di quelle che si difendono come patrimonio del non si sa cosa. 

Roberto Longhi. Datemi un milione e vi dirò che è un Giorgione, datemi un miliardo e vi dirò che è un Leonardo. La Storia dell'Arte italiana è storia di corruzione. E nei musei e nei libri di Storia ci sono un sacco di quadri falsi. Nei prossimi 50 anni, ci sarà da ridere a rimuovere opere finite nei cataloghi per soldi. Cmq anche molti quadri genuini dell'autore pinco pallino, non è detto che siano più importanti di un primo piano dei nostri santi zebedei! 

La Storia tutta è corruzione. La Storia degli ultimi 100 anni cos'è? Andiamo, è più fiction che altro. 

La Scienza è corruzione. Scopri qualcosa che non dovevi scoprire, e saprai in quante settimane si finisce a vendere mazzi di fiori ai semafori. 

Cmq. Il problema numero uno erano e rimangono […]. 

Questo paese di chiacchiere non rispetta la nostra libertà di espressione. La gente è inquadrata come il fango da mattoni nelle formelle, è un male per il progresso ma non ci possiamo fare niente. Ci zittiamo, e aspettiamo come tutti voi la fine prossima o l'avvento del messia, perché a volte Dio ha orecchio e pietà per chi lo prega nella sua giustizia. 

lunedì 11 febbraio 2019

RADIO JICKIEL® 2019/I. Nostre distorsioni elettroniriche.



Ascolto in cuffia, se non possibile tramite casse dignitose con basso tonico.
Almeno 3 prove prima di giudicare. Inutile shazammare.

giovedì 7 febbraio 2019

Com'è fatta la cicogna che porta le novità nelle profumerie? E' colpa della protezione uccelli se volano ancora tante stronzate? E' giusto criticare un profumiere se un profumo fa schifo?


Quando la società che controlla un marchio di moda oppure un marchietto di m... micchia, ritiene di avere bisogno di un nuovo prodotto, come se già di porcheria non ce ne fosse abbastanza, solitamente si rivolge a qualcuno che glieli faccia. Ci sono per questo molte aziende piccole, medie, grandi ed enormi. Ma di norma la prassi è sempre la stessa. Il cliente/committente chiede un certo prodotto, spiega cosa vorrebbe, che profumo ha in mente, oppure se in mente non ha niente si fa consigliare, con frasi del tipo "cosa va attualmente"? L'azienda che accoglie la richiesta, e vi assicuriamo che c'è porcheria per tutte le tasche e le aziende anche grandi sono molto poco schizzinose… L'azienda che accoglie la richiesta pone un filtro tra il laboratorio dove fa cose il profumiere, con i suoi assistenti e il committente stesso. Il filtro è solitamente un valutatore, 9 volte su 10 è una valutatrice, sono tutte donne, più qualche travestito. A volte più persone servono il cliente... Il valutatore, o la valutatrice, propone, riceve le richieste e le gira alla fine al profumiere. Spiegando anche quali saranno i costi in preventivo. Di solito sono i più bassi. Tutti, dall'azienda che sforna l'80% delle creme viso disponibili nei supermercati e che vende shampoo, e trucchi… al marchietto di m... micchia, che non vende una fava ma galleggia come ** *****… Tutti, da parecchi anni, chiedono sempre, che sia valido, se non buono almeno decente, ma soprattutto, che costi pochissimo, anzi. Meno di pochissimo! Molte materie prime meravigliose ma costosissime, non si tengono nemmeno più negli assortimenti, perché si sa che non ci si potrà mai fare niente. Il profumiere, vinta l'iniziale depressione (quasi tutti i profumieri ricorrono agli psicofarmaci, le donne profumiere oltre agli psicofarmaci si calano parecchio ibuprofene), inizia il lavoro stringendo sia i denti che il buco del ****. Quando può si assenta dal labo, per decontrarsi e proseguire, in ambiente meno stressante. E' una cosa pazzesca. Il profumiere realizza qualcosa (prototipi) data la richiesta e la passa alle valutatrici, che incontrano il cliente/committente e proseguono con l'intortamento… Quindi tornano dal profumiere e spiegano se tutto è da rifare da capo o se si può proseguire su qualcuna delle idee formulate. Il profumiere prende altro antidepressivo, e per la disperazione ci aggiunge l'ibuprofene della collega, e già che c'è si trastulla con il beauty case, prova dell'intimo femminile, fuma del metadone nello stick per l'assorbente interno, si rotola per terra gridando cose in lingue sconosciute, finché arriva l'esorcista aziendale, che lo libera dal maligno aspergendolo di assoluta di rosa di maggio da 70 mila euro al kg (iva esclusa), e riparte. A volte viene una buona idea, ma non arriva al cliente/committente, perché viene fermata prima con la spiegazione "potrebbe andare bene, ma costa troppo e quello non c'ha soldi (o non li vuole spendere data l'enorme mole di profumi che va in discarica ogni anno)". Quindi, il profumiere torna nel suo studio, e mentre pippa della bamba (tanto per fare profumi che fanno schifo il naso è l'ultima cosa che serve), tira fuori il solito schema base (ecco perché i profumi sono tutti simili), e con qualche virgola pidocchiosa, lo manda a pesare in labo, dove gli assistenti non aspettano altro. 
A volte manca poco all'ennesimo incontro e finalmente si porta il naso (sempre più di bamba innevato) a conoscere il cliente/committente; l'evento rafforzerà la nuova proposta? Sarà la volta buona? 
Naaa, per niente. Il profumiere ha fatto una figura di merda, è timido e non ha mai imparato a parlare, più che comunicare ha sudato... Si è persino incazzato perché ha ricevuto dal committente, che l'ha letto su "Stronza Moderna", un veto all'uso di un sintetico fondamentale (è come l'ignorantissimo no all'olio di palma, la gente si ostina a pretendere che si usi olio di girasole, anche se è peggio dell'olio di palma, soprattutto se cotto). Viene rimproverato dalla valutatrice anziana, quella che scorreggia nei collant. Se ne va più angosciato che mai e si chiude nel suo studio, dove, fracassato un vetro originale di Émile Gallé, non può nemmeno suicidarsi in santa pace, che le pareti in vetro esibirebbero la sua agonia a chiunque sfilasse in quel corridoio. Ma che cazzo… 
Questo genere di tira e molla dura mediamente 6 mesi, a volte dura 1 anno e anche qualcosina di più. Ma non finisce sempre con un accordo alla produzione! Eh, già. Colpo di scena!
Il cliente/committente andava con la stessa necessità anche dalla concorrenza, e ha trovato una offerta stracciatissima, presso una diversa azienda. In questi casi non c'è penale, tutto il lavoro svolto si butta. Il tempo perso è perso. La valutatrice darà la colpa al profumiere. Il profumiere dirà che la valutatrice è una baldracca col cervello di un topo morto (ed è vero), la bamba sarà finita. Terzo piano, finestra spalancata. Al piano terra c'è una cosa in camice bianco che sembra un sacco, qualcuno si è suicidato. 
Che brutto finale vero? Allora cambiamolo, facciamo che il prototipo è piaciuto? 
Ok. Si firma il contratto. Il profumo del cazzo è finito, la valutatrice (che si scoprirà essere pure anosmica) dice che è ottimo, il profumiere dice che fa veramente cagare. Il cliente... non capisce più niente, la valutatrice gli ha ravanato gli zebedei con un piedino taglia 45, poi gli ha dato il colpo di grazia roteandogli in faccia le mega zizze imbottite. E' così confuso e stordito, che chiede alla stessa di occuparsi anche della grafica e del flacone, a patto di ricevere altri 4 colpi di frustino, perché c'ha preso gusto… 
Due puttanate dal marketing, e il progetto è finito. Si affida al reparto che preparerà le quantità di concentrato richieste, aggiungendo i coloranti e gli stabilizzanti. 
Qualche mese e il profumo arriverà nei negozi preceduto da una campagna pubblicitaria che costerà 80 volte la produzione e il confezionamento. Sarà un flop o faranno una patta? 
Con i tempi che corrono, sarà un disastro. E al prossimo giro, per rifarsi (non si capisce cosa o di cosa), lo stesso cliente/committente cercherà? Di spendere ancora meno! 

Testo non riletto. La presenza di eventuali errori è da ritenersi del tutto naturale. Non usiamo il correttore perché è ignorante. Ma dove lo trovate un Blog più sincero e spontaneo di questo?

lunedì 4 febbraio 2019

Facebook, Instagram, etc. Inutili, liberticidi, stupidi. Potatura a dita gelate.





Tutti questi sociali network del cazzo diffondono mediocrismo, inquinano la vita delle persone, rubano dati ed esercitano un potere autoritario e peggio che fascista controllando i contenuti che la gente pubblica, in un mare di censure, segnalazioni, blocchi. Molestano gli utenti. Danno un mare di ordini cretini, fai questo e fai quello. Costringono a leggere quello che li fa guadagnare. E poi il mi piace obbligatorio. I follower comprati… I trucchetti per rubare dati agli utenti, come quando improvvisamente decidono che dovete dare il vostro numero di cellulare per un misterioso e allarmante pericolo (inesistente), pena la chiusura dell'account. Sì, fanno anche questo, minacciano e ricattano gli utenti. Per qualsiasi problema non c'è assistenza. Impongono le loro decisioni, nessuna replica è possibile. Sono reti che dati alla mano non aiutano nessuno. Il tempo che perdiamo su Facebook ad esempio non vale la resa, perché le visualizzazioni come sapete già non ci rendono niente, in quanto abbiamo deciso di non disturbare la fruizione del Blog con banner pubblicitari et similia. Quindi a noi che un coglione in culo al mondo clicchi un link e non capisca niente di un post scritto in una lingua a lui sconosciuta ci dà solo noia. Quanto alle vendite solo il 3% proviene da Facebook e simili. Siamo abbastanza grossi e famosi perché la gente ci cerchi e ci trovi anche senza strilloni e coglioni assortiti. Quindi… La linfa è preziosa, va indirizzata verso rami fruttiferi. Tutti gli altri tolgono forza, vanno tagliati via. Non guardiamo alla stagione; presto potiamo! Via le attività cretine. 

Per comunicare a distanza usate anche voi anzitutto il telefono e/o le email (ripulendo la casella di posta da notifiche superflue o da pubblicità varie). E la vita tornerà a sorridervi.

PS

E' pericoloso anche aprire i quotidiani online perché sono disperati e disonesti, e pur di creare attenzione insistono su cose false, mettono persone contro persone, inducono malessere suggerendo sensi di colpa, disagio, paure. Consigliamo di leggere notizie asciutte, chiare e vere, pulite da editoriali del cazzo e commenti cretini (o mentanate). Qual è il migliore giornalista italiano? Nessuno lo conosce: perché sono tutti acari nella stessa polvere. Qualsiasi coglione può fare il giornalista! NO alle Ansa (controllate dagli stessi gruppi economici del giornale più schifoso di questa Repubblica, con l'articolo davanti il vomito è su quel quotidiano, libero). 
Consigliamo di cercare le info del giorno nel sito della REUTERS, ci sembra più pulito di tutti gli altri. 

sabato 2 febbraio 2019

Clienti che si addormentano davanti alle vetrine di Louis Vuitton e Gucci. Pessimo andamento per i grandi marchi di moda e di lusso (vero o presunto tale).

Un colpo d'occhio al comportamento borsistico dei titoli dei gruppi LVMH e Kering, titolari di alcuni tra i più pompati marchi di lusso al mondo. 
Si osserva un andamento simile, con il crollo iniziato nel periodo estivo che riporta le quotazioni agli stessi valori dell'anno precedente. 
E' un segnale che, per i due colossi, inverte una tendenza consolidata di crescita.

Conglomerato LVMH.



Marchi controllati: Christian Dior, Louis Vuitton, Bulgari, Guerlain, Givenchy, Kenzo, DKNY, Céline, Fendi e Loro Piana, TAG Heuer (orologi) Moët & Chandon, Veuve Clicquot, Hennessy, etc. Punti vendita Sephora e Le Bon Marché, e alberghi di lusso.

Conglomerato Kering.



Marchi controllati: Gucci, Saint Laurent, Balenciaga, Bottega Veneta, Alexander McQueen, Boucheron, Brioni, Pomellato, etc. Dal 2018 ha iniziato a disinvestire dal settore sportivo dove opera con i marchi Puma e Volcom. 

Prada è in coma vigile, insomma… sopravvive. Tra il 2013 e il 2018, il titolo ha perso in borsa oltre il 70% del valore iniziale. Lo scorso anno la notizia del divorzio da Puig (che gestisce la produzione dei profumi pradosi) sembrava credibile, pareva chiaro il passaggio a L'Oreal o Coty, ma ad oggi è ancora nel carnet di Puig. Beh, che è successo? Non hanno trovato accordi migliori e sono ritornati a casina mogi-mogi? Così sembra.