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venerdì 31 maggio 2013

Kaphet, known to his friends as Kyphi.

"Dear Jicky, tell me more about the incense Kiphy (sic)..." 

H E R E - W E - A R E :


Priestesses richly adorned, 
Anointed with myrrh, perfumed with lotus, 
Their heads garlanded with wreaths, 
All together drunk with wine, 
Fragrant with the plants of Punt, 
They danced in beauty, doing my heart's wish, 
Their rewards were on their limbs.
Tomb of Wennefer
M. Lichtheim, Ancient Egyptian Literature , Vol. 3. p.56


Dopo aver argomentato del sudore di Alessandro il Grande, accogliamo la friendly supplica di cui sopra. E favelleremo quindi del bizzarro Kyphi.



Un composto solido/secco che, stando ai ritrovamenti nel sito archeologico di Luxor, veniva "assemblato" ed utilizzato dagli antichi egizi parallelamente ad altri incensi già 4500 anni fa.
Secondo gli egittologi l'incenso veniva alternato alla mirra durante il giorno mentre il Kaphet (Kyphi nella traduzione greca) era l'incenso del crepuscolo, terreo ed intimo, veniva impiegato, stando a quanto ne riferisce Plutarco (che egiziano non era), anche nelle cerimonie a carattere sacro.
Allo stesso composto veniva attribuita la funzione di dar vago beneficio e persino di destare dal sonno i morti. Le ricette erano molto varie da 10 a oltre 50 ingredienti, nei templi di Philae ed Edfu sono presenti pittogrammi che mostrano procedimenti e ricette. Vino ocra di zizypus jujuba e datteri addizionato a miele (l'abbiamo provato due anni fa ed è buono da bere), uva sultanina, legno di sandalo (e/o di cedro), resine storace, incenso, lentisco (e non pistacchio, l'Accademia del Profumo prenda nota e corregga i propri appunti da gelateria), benzoino, galanga, galbano, citronella e legno di aloe (quasi certamente era qualcosa di affine a ciò che oggi conosciamo come agarwood). Dai fitti testi scolpiti sulle piramidi dell'Antico Regno a Saqqara, che non sono stati corredati da impianti grafici (presenti invece nel successivo Libro dei Morti), apprendiamo le notizie più certe. Colà si fa menzione di argomenti riservati al Faraone e agli alti sacerdoti, la teoria e la pratica nella relazione tra il mondo terreno e quello altro, e tra il più divino tra gli uomini e gli dei. Negli scritti di Manetone 
(Μανέθων) sacerdote e scrittore egiziano attivo nel periodo tolemaico 200 d.c. c'erano formulari di vari unguenti e incensi ed anche le raccolte delle ricette del Kyphi, ma i papiri sono andati perduti. 
Abbiamo menzione dell'attività di Manetone da Giuseppe Flavio.
La fonte più antica e in chiaro della ricetta del Kyphi  e il riferimento per ricetta e prassi "medica" di questo preparato è Dioscoride che ne tratta in termini non trascendentali nel De materia medica.
Galeno poi riprende invece una poesia medica di Democrate che pare attinga ai testi di Rufo di Efeso. In tutti questi casi l'argomento ha un a connotazione, lo evidenziamo, non più sacrale ma medica.
Plutarco parla di 16 ingredienti, e spiega che il Kyphi poteva divenire anche pozione o pomata
Paolo di Egina (Paulus Aegineta) VII secolo parla di Kyphi lunare di 28 ingredienti e del Kyphi solare di 36, ma siamo ormai ampiamente fuori dalla storia e dentro al mito che assume carattere simbolico più che sostanziale.
Il Kyphi oggi in profumeria potrebbe stare tra l'orientale e il gourmand ma la commessa fregna potrebbe sussurrarlo al solito "spézziatho, con due zeta e un'acca... che fan tanto nicchia", miele vino e uva passa sono ingredienti fissi in tutte le formule sopravvissute.
Poi cannella cyperus ginepro mastice greco, incenso mirra benzoino e labdano.
Restano oscuri alcuni ingredienti. Il nardo sembra sicuro rientrasse nella formula. Probabili cera d'api e grasso animale. Ricette greche e in aramaico menzionano l'Aspalathos, Plinio il veccchio lo descrive come la radice di un arbusto spinoso dalla nota cuoiata (Plin. Nat. 12.52).
Dal testo di Edfu si apprende la necessità di invecchiare i 16(?) ingredienti, l'insieme viene poi arrotolato e utilizzato come palline su carboni ardenti.
La L'Oreal ha detto di averlo "riportato alla vita" ('manco fosse un Mammuth clonato) nel 2002, usando come uomo di paglia il "nasino" Sandrine Videault che sembra abbia potuto parlarne e sparlarne tanto per via del fatto che... aveva il numero di telefonino di Plutarco. Pare lo abbia contattato, abbiamo ragione di ritenere che Plutarco (o Pluty come lo chiamava lei) abbia riagganciato.
Sandrine Videault. Ma andate a vedere chi cazzo è. 
Una stron7ettina pipio-pipio.
Prima s'inventa allieva di Edmond Roudnitska CHE AL MOMENTO degli ipotetici preziosi insegnamenti alla ragazzotta HA 90 ANNI...
Inter nos: Edmond Roudnitska NON HA MAI RIVELATO NIENTE DI PREZIOSO A NESSUNO, E SE AVESSE DOVUTO LASCIARE UN SEGRETO NON LO AVREBBE DI CERTO LASCIATO ALLA MONA DI TURNO.
Poi la "Sandrina" fonda il solito marchietto di profumi e ne vende tre, secondo alcuni più di tre, forse 4.
Quando una testa di c**** non sa cosa fare o va a rubare al supermercato o s'inventa profumiere, mah.



Tornando a bomba sullo sbrodego del Kyphi...
Questa non ha fatto studi di anni, ma nimmanco di mesi,  sull'argomento, QUESTA HA SFOGLIATO DUE LIBRI E POI è ANDATA A RIFARSI IL FRENCH ALLE UNGHIE DEI PIEDI, 

PERCHE' IL CANE LE AVEVA SVERNICIATE PACIOLANDO DI BAVA SOTTO IL TAVOLO:


E' una che ammira gente che potrebbe darsi fuoco, e certo PER QUELLO CHE A NOI RISULTA POTEVA semmai DAR LA ZAMPA A MONA DI ORIO, ALTRO CHE KYPHI...
Ma han messo in giro la storia del Kyphi come ingredienti sensuale e sessuale...
Ma è gente che si droga vero? Altro che fumo d'incenso, questi fumano CRACK!
Tra il Kyphi di Galeno e quello più dolce di Dioscoride preferiamo quello di Edfu, tra quello di Edfu e il Nostro preferiamo il Nostro.
La versione profumo è semplice, in tutti i casi basta mettere in alcool il Kyphi pronto all'uso.
Occorre infine, a conclusione della presente trattazione, aggiungere una confidenza molto seria che è frutto di studi decennali ed esclusivi (un giorno mostreremo la Nostra Libreria, piacerebbe di certo a Dell'Utri, suvvia... chi ha orecchie per intendere...):
Il Kyphi non è un incenso vincente, è un composto che certo doveva apparire bizzarro anche agli uomini di allora. La sua formula in mille salse e in mille pezzi dispersa, non ricorda le membra di Osiride esplose e disseminate per le terre d'Egitto dall'odio di Seth, 



al contrario e più trivialmente, la storia del Kyphi ricorda maggiormente le dispute filologiche sulla composizione della salama da sugo romagnola...



Gli dèi non gradivano il Kyphi

anzi, progredendo per simboli e ragionando storicamente in termini di causa ed effetto, sembra portasse ed abbia portato sfiga a chi lo offriva alla divinità, gli incensi teurgici erano ALTRI.
Alcuni sono nominabili e li nomineremo, altri no.
Cerchiamo Verità, Bellezza e Conoscenza, non mai la sventura.
Ne riparleremo in uno dei prossimi post archeo-storici.

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