Secondo gli studi pubblicati nella seconda metà del 2012 dal Dipartimento di Epidemiologia della University of North Carolina, USA, non è possibile determinare in modo chiaro quale sia la principale fonte di contaminazione da ftalati nell'organismo umano.
Gli ftalati sono stati esaminati nel caso più sensibile, quello della costruzione dell'individuo nel ventre materno, attraverso esami urinari su un campione di donne incinta di età compresa tra i 18 e i 39 anni, interfacciando i risultati delle analisi con quelle di appositi questionari relativi a comportamenti, abitudini e ambiente, processando i dati secondo modelli di regressione lineare.
I risultati mostrano come la presenza nell'essere umano dei metaboliti degli ftalati non sia imputabile a pochi specifici comportamenti, in quanto il trucco per il viso/corpo, quello per gli occhi, lo smalto per le unghie o l'utilizzo di profumi, hanno dimostrato possibilità di contaminazione minime, quasi nulle.
I detergenti per la casa e pavimenti hanno una incidenza ancora bassa, però maggiore rispetto ai comportamenti relativi alla cura del corpo.
Sembrano più interessanti le contaminazioni da materie plastiche nell'arredo casa, vernici murali e di infissi.
Ma nemmeno queste fonti appaiono le principali responsabili dei livelli a volte importanti rilevabili nel corpo umano, gli ftalati sono ovunque insomma, cibo, aria, etc.
Gli studi più recenti ci confermano nella nostra tesi, basata su studi condotti nei primi anni 2000 che hanno spiegato molto bene che la via principale di introduzione degli ftalati nel corpo umano è quella alimentare.
Confezionamento in plastiche, ma soprattutto rivestimenti in materiali plastici o argille polimeriche di forni elettrici o a microonde, appaiono per la loro capacità di proiettare nei cibi ftalati ad alto peso molecolare gli imputati in prima fila nel processo a questo tipo di inquinanti.
Ma la domanda finale è: la paura dei valori di ftalati e relativi metaboliti rilevati in alcuni casi nell'organismo è davvero una paura fondata?
Nì: gli ftalati non causano tumori più della sabbia fine che si può annidare negli alveoli polmonari di chi lavora la terra nella natura incontaminata. Gli ftalati/loro metaboliti si tendono però ad accumulare, è vero: nei reni, nei polmoni e nel fegato.
Il nostro corpo li può tollerare e rimuovere se la loro presenza è nei tessuti percentualmente contenuta.
La loro azione principale è e rimane estrogenizzante. Quindi di tipo ormonale: la loro azione è femminilizzante nel maschio.
L'azione è irrilevante nell'individuo formato ma non trascurabile nella costruzione embrionale/fetale.
In conclusione la somma degli ftalati mg/kg rilevata da Greenpeace nel 2005 in una lista di celebri profumi, indicati da perfetti cretini come "i veleni nei profumi", appare sempre più una colossale stupidaggine.
Il cervello degli ecologisti è da sempre molto limitato: capiscono solo quello che li emoziona caoticamente.
E il profumo, che notoriamente è uno shock percettivo poco conosciuto e perciò misterioso, di certo deve aver impressionato molti di loro. Gli amici della natura e degli animali, che di solito, senza dover scomodare la carcassa di Lombroso, hanno una espressione de visu "caratteristica", criticano chi si cosparge di profumi.
Gli ecologisti cercano di terrorizzare il prossimo, ma non si rendono conto che nella loro teglia fondo antiaderente di vegane patate al forno, ci sono ftalati più pericolosi per l'organismo di quelli presenti in una piccola profumeria affollata nei giorni di prova precedenti il Natale!
Gli ecologisti amano la carta riciclata e i mobili prodotti con scarti del legno, salvano gli alberi. O i tessuti sintetici, che salvano gli animali e risparmiano alle pecore la seccante tosatura.
Di colle e vernici, questi prodotti sono affogati negli ftalati, sono concentrati di sostanze tossiche e inquinano ogni anno il pianeta e gli ambienti in cui viviamo e noi stessi, decine di migliaia di volte più di quanto facciano l'industria dei profumi e della cosmetica.
Questi semplici rilievi dimostrano che, attaccare i profumi per diminuire l'esposizione agli ftalati è demenziale.
Vuol dire non aver capito niente, vuol dire insomma "avere la testa di un ecologista", cioè dire significa "averla sulle spalle come decorazione".
Ormai solo di voi mi fido :)
RispondiElimina:) In un mondo di legittima diffidenza, ci fa felici meritarci la fiducia dei nostri lettori. Love J.
EliminaOrmai solo di voi mi fido :)
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