...CONTENTI?

domenica 30 settembre 2018

Quali nuovi materiali?


La ricerca di nuovi materiali non si ferma mai. Anche perché c'è gente pagata per questo. Che fai li paghi per giocare alla PlayStation? "Cercare" o "creare", nuovi materiali. Meglio la seconda per ogni azienda, perché se è brevettabile tuteli il lavoro svolto e incassi in proporzione al valore della scoperta. 
Nell'ultimo anno abbiamo, cioè ha. Cioè. Non si può scrivere allora saltiamo una riga. 
Esistono materiali di profumeria bellissimi. Non è importante il materiale di partenza. Quanto quello di arrivo...
Da dove si ricava il materiale x? Derivati del petrolio, scarti della produzione agricola, o della lavorazione di altre materie prime. E' una buona premessa che il materiale di partenza non costi molto. Ci sono muschi di sintesi e muschi natural identici (molecole muschiate natural identiche), prodotte a partire da una infinità di materie prime. E' incredibile, un'immagine tra le altre, quello che alcuni reagenti, nelle macchine giuste, riescono a produrre partendo da semplice olio di palma. 
Altre volte si parte per necessità da un materiale già di per sé nobile e molto costoso. E la destinazione può essere il paradiso come il manicomio. 
Ci siamo abituati a un certo modo di lavorare nelle grandi aziende. Sono 4 o 5. Tutte le altre nel nostro settore sono realtà fuffivendole o di scarsissima importanza. 
Il problema è che molte nuove molecole sono molto belle ma molto costose. Le aziende che commissionano profumi nuovi vogliono mettersi al sicuro da perdite, quasi certe negli ultimi anni. Quindi nessuno paga abbastanza per comprare molta roba bellissima. Che supera la fase sperimentale per inabissarsi nel passaggio tra il labo di ricerca e quello di applicazione. 
I "captive" recentemente introdotti nelle formule di alcuni profumi famosi, sono solo quelli meno costosi. Oppure sono quelli "indispensabili", come nel caso di quanti sono nati per rimpiazzare molecole ritenute, spesso a torto, allergizzanti o irritanti o tossiche o quel che l'è... Serve sempre una scusa per rinnovare il guardaroba. Se non è fuori moda, o mangiucchiato dalle tarme o magari è oggetto di infestazione malefica e il prete non ne vuole sapere di venire fino a casa per esorcizzare il guardaroba... 
Si producono nuovi materiali molto belli, che poi vengono "congelati" in attesa di un futuro (economico) migliore, come i corpi in crioconservazione (come presso Alcon, Cryonics o KrioRus). O anche lì, sempre per risparmiare, come "solo" le teste.
Che peccato...
Noi non si scriverà di più per questo post, ma non dubitiamo che i nostri lettori siano abilissimi in aritmetica.

venerdì 14 settembre 2018

Dolce & Gabbana. The One Gray. Ze uan grei. Queo grei, sì dài insóma ti gà capìo...

2018, Pallino Pinco.

Geranile acetato, cedramber, iso e super, hedione, muschi bucato bianco, pseudo tabanone, lavanda ricostruita tipo cassetti antitarme, amarocit, fantasma di patchouli. Ombra di vetiver. Ectoplasma di cisto. E' un Terre d'Hermes che a metà della formula decide di diventare uno shampoo antiforfora. E' un cambio di sesso, pardon, di genere in formulazione, tra molecole gettate ad canis cazzum, e sushi di solo riso... L'aspetto onnipervasivo di sapone per le mani con crema d'avena, cristina d'avena, e una cannula in vena per sopportare la vita, è così fastidioso, che solo riaprire gli occhi per fissare quella mer** di flacone può farci sentire peggio. E che dire del nome? Che profumo indossi? The One Gray (ze uan grei)... O solo "Gray" (Grei). Grei suona come ghei: omofonia da pugni in testa a chi l'ha scelto come nome. Ti xe grei anca uncuò? Màriavergene...

Intermezzo.

Maialini volanti. Forse volevate qui un aggiornamento sullo stato della celeberrima profumeria di minchia tutta putti e puttane pitturate? Ha chiuso. Ah ah... 

Fine dell'intermezzo.

Succo da calci e ginocchiate. Spatafum, pum-pum. Non stelle cadenti ma denti che si sputano. Sedie che volano, e colpiscono gli asini alla Shiseido, che da anni coi profumi, non sanno fare una scelta che sia una, giusta. Perché hanno voluto acquisire (2 anni fa) la divisione fragranze Dolce & Gabbana? Cosa compri biciclette se non sai andarci nemmeno con le rotelline? Serge Lutens è impantanato da anni. Elie Saab a parte il primo profumo, all da (sedere in inglese)+are. Idem per Narciso Rodriguez, che dopo il boom dei primi due profumi, è stato tutto un franare giù. Zadig & Voltaire vaffan+(sedere in italiano). Issey Miyake assòreta... Alaia? Eja Eja Alalà!

Rating: ZERO

giovedì 13 settembre 2018

J20. Osservazioni sull'esposizione complessiva in rete.




La nostra timida e discontinua presenza (Jicky 2.0/Jickiel®) su YouTube si attesta su complessive 1.500.000 visualizzazioni circa. Come noto, ed indicato tra i rilievi qui sopra, benché nella possibilità ed utilità (secondo le piattaforme in oggetto) di farlo, così come abbiamo rifiutato sempre la pubblicità nei nostri Blog (adsense e banner vari) non abbiamo mai accettato di monetizzare i nostri video. Perché abbiamo anteposto la fruizione pulita dei nostri contenuti, al denaro che gli stessi avrebbero generato qualora noi avessimo consentito a contenuti terzi, di natura pubblicitaria, di manifestarsi (interferendo ed apportando disturbo). 

I Blog J!cky 2.0, Jickiel® e Jicky Truth Fragrances & Lies, superano quota 8.500.000 visualizzazioni. 

Vi è una nostra robusta presenza in altri blog minori e facebook. Stupiscono gli indici di gradimento generali e specifici, che risultano tutti nettamente favorevoli.

L'esposizione complessiva dei nostri marchi supera abbondantemente quota 10.000.000.

venerdì 7 settembre 2018

Elie Saab Girl of Now...

2018, John and Jane Doe.
Loverdose Tattoo Diesel, Olympea di Paco Rabanne, Viva La Juicy bla bla bla... Uno di quegli shampoo allo scro (targa automobilistica di Torino) là, che poi... il flaconazzo, scrutiamolo bene, non ha asta... è tutto scroto in effetti... Laitone, metil o etil dipende da chi l'ha fatto. Cumarina. Traccia benzaldeidica. Una ca*** di pera... Tocco antranilato finto fiore d'arancio. Fiori bianchi. Muschi bianchi. Odioso cashmeran. Qualcosa di zuccherato. Patchouli alcool. Non perdete tempo coi pistacchi, sono ca (cancello in inglese) del marketing. Gli stessi che per rappresentare la macinazione del grano misero alla Barilla una macina da frantoio per le olive... Ma che ca***...

E' saponato ma più crema corpo, ammorbidente. Non c'azzecca niente con il termine girl... E' un profumo obeso. Se fosse una ragazza dovrebbe di sicuro averne un'altra ben nascosta dentro. Sotto casse di brioss...

L'avranno preso alla funzionale? Mah, a noi pare perfetto come fragranza lavatrice ammorbarisciacquo.

Rating: ZERO

giovedì 6 settembre 2018

Chiara Treragni, una medusa al sole.



Un anno fa, per circa sette giorni, tra un video e l'altro, YouTube sparava uno spot di uno shampoo, che faceva imbestialire 1OU. Ma chi è quella deficiente analfabeta che non sa pronunciare la parola capelli!? Video. Di solito ascoltiamo e non guardiamo, i video da sottofondo, in playlist. In quel pezzo di pubblicità si vedeva una sorridente anonima cogliona totale. Chi è? Boh. Come modella è un cesso andante, è nana. Truzza. Va che espressione rincoglionita, che faccia da schiaffi. E perché non le chiudono quella cazzo di vocale!? Capélli NON capèlli (èèè a bocca divaricata)! Che automa di merda!

Quella sconosciuta era Chiara Treragni. Una blogger veramente insulsa, la ex diavoletta87, una disgrazia come 1000 altre, che non cagava nessuno fino a quando la madre manager, il ragazzo manager, il cane manager, il topo morto in casa manager, insomma... Anche il nulla amministrato in una certa maniera può apparire altro da ciò che è. Se paghi proporzionatamente qualsiasi cosa (anche il nulla) diventa famosa. Anche un cavatappi. Una cosa a caso.

Ce lo insegna Gucci. Corrente corso. Cos'è Gucci? ERA, bla bla bla. Ma oggi cos'è? Niente. Un tappo o un cavatappi. Come la Treragni? Ovviamente no, sono due categorie nientologiche molto diverse. Ma parliamo semplice. Come fanno a sembrare importanti, questi tappi o cavatappi? Gucci due anni fa disse per bocca del suo checcazzo era un manager o un minportanasega del marketing (ma chi è chissenefrega): "puntiamo sui millennials, tra qualche anno incasseremo"... Sembrava una frase da ridere. Ma non avete un prodotto che sia uno, cosa vendete ai giovani (aka millennials)? Il nulla. Una felpa a caso con scritto Gucci. Un paio di mutande a caso con scritto Gucci. Ma chi le vuole!? Convinceremo i millennials dicevano. Con cosa? Brandizzandoli (cioè facendogli desiderare di essere brandizzati). Vendi la scritta sopra, riprodotta. E loro se la infilano. Ma come la imponi ai bimbiminchia? Comprando pubblicità ovunque. Ovunque! E se non bastasse? C'è la donnina che fa cose, come la blogger sandwich. Il pupazzo che mentre fa cose, ti mostra la scritta sulla felpa, Gucci. Siccome devi seguire una che è un ectoplasma vestito (volevamo scrivere scorreggia ma era volgare), occorre che ci sia una storia. Prendi un nano tatuato anche nel cervello, che comunica con gli stessi grugniti. Si dice che canti anche se nessuno ricorda una sua canzone. Volto equino. No basta, pagali perché facciano un figlio. Perché si sposino. Perché facciano un viaggio.

Ma Gucci non è solo. Intimissimi (cazzo è?), Subprime, Stucazz, La Casa della Brugola, Valentino (chi? quale?), Attilio Givoldani? Assente! PAGANO.

Pagano. Per spingere i loro prodotti oltre il solito spot. Perché, dopo lo sfondo e il pop-up opprimente, quel cazzo di quotidiano pieno di cani, gatti e romantici "migranti"(clandestini caramellati), non sa dove piazzare altra pubblicità, perciò racconta la vita fasulla di stronzi qualsiasi che fanno cose indossando cose, usando oggetti vari, che amplifichino il messaggio in forme subliminali. Dopo i bimbiminchia si va sugli adultiminchia, che vengono attirati da storie di balle interstellari di miliardi guadagnati facendosi le selfie. Miliardi immaginari. Questa che ride, manco sa il perché. Quello che sta serio, morto o vivo, cosa cambia? Miliardi o storie pruriginose, invenzioni diverse, tipo mi si è incastrato l'assorbente interno, devo chiamare un idraulico? Sì, ma non uno qualsiasi! "Idraulico Giammario Stamminchia, il professionista che cercaviz". Che indossa una maglia? Firmata. E si china per mostrarti? Il cartellino della mutanda che esce dai jeans che sono? Della marca che ha pagato per ottenere visibilità persino in quel momento deprimente di culo. Niente a caso. I giornali nazionali e locali (tutti oltre l'orlo del fallimento, incapaci di tirare avanti diversamente) per il denaro degli sponsor si rotolano come maiali, sono pagati dagli sponsor per raccontare utili (agli sponsor) balle.

Dire di fare molti soldi tira. E loro tirano. Ma incassano 1000 volte meno di quello che vi vorrebbero fare credere. Followers e click falsi, comprati (sia per questi pupazzi, che per i giornali che li sospingono, che per i brand che alimentano questo sistema). Il giochetto è scassatissimo, ogni giorno casca una vite o salta una molla. Chiara Treragni è una medusa al sole. Non può reggere a lungo nello stato di esposizione in cui si trova, evitando le vere interviste per non fare intendere quanto niente sia.

Non agisce, è agita. Quell'altro muso come si chiama?

Fetez? Non suona, è suonato. Se al posto della zeta metti una x, al più consegna i pacchi.

Persino il politico che sale sul carrozzone, se aiuta a tenere il moccolo mentre propinano le storie del cazzo, porta a casa un buono spesa, una borsa, un paio di mutande. Ce n'è per tutti. Ma è una festa per miserabili. La gente ne ha le palle piene. Le bugie hanno le gambe più corte di quelle dei nani. E le meduse alla luce del sole, evaporano.

martedì 4 settembre 2018

Bvlgari Man Wood E' Senz (essence)...

2018, John Doe. 

Per la serie: i flanker (come le disgrazie) non finiscono mai...


Vita urbana e richiamo della natura? Cristo che teste di ***zo! L'unico, ed il solo, richiamo alla natura, in tutto questo strafanto che rende affranti, è il ***zo di colorante verdone utilizzato per colorare questa noia ambrocenidica (cedro-ambrata/cedro-ambranata)! 
Avranno pensato, ostia! è naturale come un diluente nitro. Ah ah, che idea... Fazziamolo verde! Come uno sciroppo alla menta, ah ah...
Vita urbana invece, in un certo senso, ci sta, un pochettino alla fine, tra gli odori di un laboratorio disordinato con pervicacia volontà disordinante, e di bucato mamma il risciacquo (ho usato il ciclo ecologico, risparmio acqua per il pianeta), c'è una nota "marmitta nuova" che boh. Che boh! The question is: perché togliere il cellophane quando puoi buttare via tutto così come ***zo si trova?

Sinteticume citrico, cedrambranato isoesuperato di lavanderia polveroso di nervoso, chennnervoso! 

Isoesuperosoesticazzcimiterialcipressoindocazzmortiferograffiantelenarifalsicitricisticazzecimiciprofumetticomicidupall'vetiporremmovetiverilceacetatoacetoacetoacetoacetoacetononaccettiamtantoacetosottacendolapolverositànellacassadelcazzdamortelimortaccilorodentispellatilatratiepetrolati. Latrati e petrolati.

Un maschile sterilizzante come tanti sterili altri profumetti altrettanto imperfetti, per non dire b (si ritiene siano segni di digestione avvenuta, 5 lettere).

Anche il modello maschile scelto per la promozione di questa roba impromuovibile è una fetecchia di plastica. Batte le mani da solo, Prick Bateman (él bàte ànca e màn, sto móna)! 100 foto, tutte identiche anche cambiando posa e paesaggio. Faccia inespressiva, lineamenti noiosi come quelli di un manichino e barba insulsa, che ricorda decorazioni da presepe. Non è come la neve, che è bella e fredda. Lui è solo freddo. Un morto. Inchiavabile lui pure. Perfetto per questo profumo del quale non si capisce il senso e l'utilità. Per l'uomo... del quale non si capisce il senso e l'utilità. Essenzialmente è senza un perché. E' senz-essenz. E' senz.

Il flacone è il solito, ideale come fermaporte in normali condizioni domestiche o trick track ufficio. Ma si può avere di più spendendo di meno: perché invece del solito flaconazzo flankeroso, non passate anche voi ad un bel mattone in cotto? Specialmente se col cambio di stagione amate lasciare attraversare casa da forti correnti d'aria, durante quei bei temporali naturalmente elettrificati. Fate felici voi stessi e la gente attorno a voi, lasciate perdere le profumerie... Ma regalatevi e regalate, dei bei mattoni in cotto!

Rating: ZERO

sabato 1 settembre 2018

dior joy mai na joy@.

2018. John Doe. 

Generico fiori bianchi polveroso saponato senza profondità né realismo. Formula per la profumeria funzionale. 


Non ci ascolta nessuno. L'hanno usata per quella fine.

Il naso è imbrattato di generiche note citriche ovattate che implodono all'unisono con fiori di plastica. La flebile nota rosa è così sfacciatamente cosmetica che chiamare in causa la centifolia di Grasse è oltremodo un insulto all'intelligenza, idem come sopra per il patetico riferimento al gelsomino: hedione sentiamo ce n'è, ma è morta lì. Agrumi rintronati e fiori di plastica si fondono in una nota "soapy very povery" che fa tanto linea cosmetica Cien della Lidl. Iso e super, sandalore, patchouli alcool e una overdose di muschi veramente scemi, solidificano la percezione tristissima di essere davanti all'ennesima ***tanata. Il naso è imbrattato.

E adesso chiamiamo i picchiatori. Se Dior (LVMH) potesse, comprerebbe Chanel solo per fare un oltraggioso Dior N°5. Non potete lanciare questo profumo come JOY. Nemmeno comprando il marchio Jean Patou come avete fatto. Non potete. 

In Italia un gruppo enorme come LVMH nemmeno a metà della sua capitalizzazione attuale, sarebbe stato smembrato e disossato dall'Antitrust e [...]. Invece in Francia sceglie i presidenti della repubblica. 

Come quel piccolo psicopatico di Emmanuel Cabron, così fragile che se nella notte gli lanci un sassolino in casa, chiama la sua babbuina pedofila incartapecorita, in ipossia. Quando smette di respirare per qualche motivo, lui dice: "Je suis en hypoxie". Non ha studiato medicina, ha fatto qualche esame a filosofia (gli altri glieli hanno regalati), ma avesse avuto la stessa proprietà di linguaggio quell'altra marionetta, come si chiamava? Quella americana... Ma sì, stava al guinzaglio di Soros, dài come caz*** si chiamava quel coso? Quello che spegnevi il gobbo e diventava muto, massì quello che rideva senza un perché, e che divenne presidente solo perché del colore giusto per il suo partito... Sbaracca Osmamma (e alla fine ha sbaraccato per far posto a un uomo vero)! Macron non ha mai dovuto usare i preservativi in vita sua. Quando l'ha conosciuta, quell'esemplare da circo era già in menopausa. Poi, per i rapporti anal (in passive/receptive role) con la Brigitta strap-on munita o con gli amichetti superdotati (e rispetto a lui ci vuole poco) gli bastano: il solito olio di unicorno (presidential lube), e al più gli esami del sangue... Quindi preservativi non ne ha usati mai. Tranne una volta, è vero, che ne ha trovati uno scatolone e li ha gonfiati come palloncini per decorare il soggiorno, erano migliaia. Brigitta rincasando lo trovò scemo come al solito ma, in ipossia. Era un pacco di Amazon mai arrivato al vero destinatario, il suo vicino di pianerottolo. Che schifo? Ma Amazon rimborsa il destinatario in questi casi. A volte. Eh. Sapete una cosa? Niente.

Ma. 

Joy di Patou era un nome una promessa. Ma questo scherzo di Dior alla coso di segugio, che nemmeno l'Avon sa fare di peggio, ovvero che sembra uno di quei tantissimi inutili ed inchiavabili ed insignificanti ed invendibili (al più regalabili in cambio di altrettanto inutili recensioni) profumi di minc... di nicchia, in quanti bancali di invenduto si accumulerà di qui alla sua interruzione?

Minuscolo. E a testa in giù: ɾoʎ pᴉoɹ_

Questi hanno preso Jean Patou come il gatto dello scrivente prende i topi, così... per giocare. Il portiere italiano al 24 di Rue Jean Gujon, sede del gruppo LVMH, ha aperto la porta "...anvedi, s'è sfragnàto n'antro sorcio"...

Il marchio sull'orlo del fallimento, o meglio molto oltre l'orlo, decisamente nel precipizio del fallimento, diventa un boccone. La Storia della Profumeria viene violentata. Dopo Miss Dior, Femme di Rochas, ora Joy di Patou. E l'ultimo sacrilegio è peggiore dei precedenti.

Apparentemente loro sono i grassi grossi vincitori. 

APPARENTEMENTE.

RATING: ZERO!

CMQ Emmanuel Cabron non è stupido. Se gliele spieghi, ride.