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Oggi la sedicente profumeria "di nicchia" è su un binario morto, ma da dove è partito il bizzarro convoglio? |
La grande distribuzione nel settore degli alimenti ha portato alla chiusura di moltissime piccole botteghe, di molti forni artigiani. Alcuni di questi erano ricordi familiari, con persone simpatiche, ma se qualcuno ha pianto l'amicalità vera o fittizia del panettiere sotto casa, qualcuno di più avveduto avrà fatto di conto e verificato che il pane nella grande distribuzione ha lo stesso sapore (usano le stesse farine e gli stessi additivi) ma costa la metà, e che il corollario al pane costa pure... la metà: ed è lo stesso tonno, lo stesso prosciutto.
Quanto all'amicalità sanno tutti la regola numero uno del commercio, sorriso davanti e vaf******* di dietro.
E gli amici veri non condividono una farcitura di interessi economici: non sono legati dalla crema collosa dei macarons. Crema collosa, o crema collusa...
Collusione? OPS! Il blogger che parla bene del profumiere o di chi vende corsi di profumeria non deve andarci a cena, o riceverne regali o addirittura soldi, pena la FINE della sua credibilità.
Quando la grande distribuzione avanza nel settore profumeria le piccole botteghe vedono ridursi i guadagni, sono costrette a fare sconti che prima non avrebbero nemmeno voluto sentire nominare. Prima: quando portavano a casa soldi col secchio...
Molte piccole profumerie chiudono. E' un male o è un bene? Se pensiamo al pane di cui sopra, è (per i consumatori) per forza un bene.
Se pensiamo invece alla calma di alcune profumerie, al garbo e alla familiarità che si stabiliva con alcuni commercianti, qualcosa ci viene giocoforza a mancare.
Il commerciante però ci dava dei consigli interessati, doveva venderci i suoi prodotti, e per farlo fiorivano complimenti e campioncini, in un rapporto di acquisto e vendita, anche dei sentimenti provati e/o simulati.
Oggi i consigli ce li prendiamo dalla rete, riusciamo a intendere per sommi capi i profumi a distanza: se chi ce li spiega sa di cosa parla e sa tradurre, all'occorrenza, le cose complesse in cose semplici...
Oggi i consigli ce li danno alcuni giornalistucci, tanti blogger, i fastidiosi banner pubblicitari o le interruzioni dei video con veri spot che si aprono di colpo non per sorprenderci, ma per venderci qualcosa sequestrando non solo la nostra attenzione ripetute volte durante le nostre giornate.
Ma che cos'è mai questa profumeria di nicchia?
La nicchia è una invenzione databile anni '90, sorta per fornire prodotti alternativi, strampalati ma sempre molto remunerativi, ai commercianti in affanno perché refrattari all'idea di fare gruppo oppure perché osteggiati dalle grandi catene di vendita di cosmetica e profumeria. Ricordiamo alcuni gruppi? Limoni, Douglas, Acqua e Sapone, CAD; gruppi consortili come Ethos, etc.
Mentre questi si riunivano per comprimere i prezzi e razionalizzare l'offerta altri ricercavano vie di profitto differenti, per non usare aggettivi molto critici diremo che le loro vie alternative erano "alquanto discutibili", nella forma e nella sostanza...
L'idea era vendere profumi "altri", inventati e prodotti non importa in verità da chi e come, che però promettessero un alto margine di guadagno ed un'aura di esclusività che nei fatti era ed è solo una ridicola "posa".
Così si cominciarono a raccogliere in alcuni negozi, marchi di profumeria a volte altamente improbabili e nati il giorno prima, che però vantavano storie secolari...
Iniziava l'epoca d'oro dei profumi per polli e pollastre.
Le difficoltà incontrate non erano poche, i prodotti erano ignoti e spesso decisamente anonimi nonostante l'impegno grafico. Venne in aiuto il web: internet.
Siti, blogger, commercianti e produttori di piccola profumeria (altezzosamente autoproclamatasi "di nicchia" o "artistica", LOL) giungono in alcune occasioni (verso il 2005) a vere e proprie orge di malaffare: pur di attribuire "valore" a profumi banali o del nulla, inventano spaventose panzane, e vere e proprie sponsorizzazioni diventano il materiale propulsivo di articoli e post, ad esclusivo vantaggio loro, non certo dei consumatori, che comprano a caro prezzo prodotti pompati che non hanno né passato né futuro, né (mediamente) merito.
Nei tempi recenti anche le grandi case si sono allungate sui vari sistemi di propaganda: non che i blogger cambino di molto le vendite, ma perché non regalare una batteria di mignon una volta l'anno al termine di una festicciola con 4 salatini e foto di gruppo, in cambio di riverenza eterna? In fondo la maggior parte dei blogger scrive per solitudine, vuole tanti amici... se poi ci guadagna qualcosa...
A noi gli amiconi, le feste ed i regalini non interessano, tutti hanno un prezzo e lo abbiamo anche noi (aspiranti santi ma non ancora tali), ma nessuno pensi di comprarci con una scatola di profumini ripesati... Se è un cadeau poi, non deve aspirare a creare vincoli, siamo anche spudoratamente sinceri: se doveva essere cristallo ed è vetraccio lo diciamo, va che è vetro...
A noi non vanno giù menzogne, e critici più o meno in-competenti che collaborano all'allegro puttanificio delle balle in profumeria. Concettualmente la profumeria di nicchia non è di nicchia, perché non è quello che dicono o vorrebbero fosse. E in coscienza lo sanno benissimo.
Quanto a Noi, non amiamo le stronzate. E in questo senso, noi non siamo di nicchia.
Ci si deve avvedere che quando un ciclo è concluso è concluso. Che, se per strada non ci sono più gli arrotini, perché oggi riparare un ombrello costa più che comprarne uno nuovo, vuol dire che quell'arrotino dovrà essere mantenuto in altro modo. Noi siamo a favore di un minimo di sussistenza perché riteniamo che il futuro sia in mano agli Stati che dovranno riorganizzare l'assenza di lavoro, non inventare il lavoro che non c'è. Non si dia retta alle stoltezze del PD renziano (o alle scemenze coibentate grilline), pronto a dare lavoro nel seguente modo: mettere dei disoccupati a rompere i marciapiedi oggi, per mettere dei disoccupati a ricostruirli domani: lasciali a casa e pagali quel minimo che è giusto che sia per la sussistenza minima, che ci evitiamo lo spettacolo pietoso di simili pagliacciate e pure disagi e rumore...
E non è ammissibile che si mandi la gente per le case a rifilare contratti truffa, o a spacciare droga, o a vendere porc***** per "vivere", siamo a favore di una redistribuzione del reddito ragionata e basata su principi di maggiore equità e giustizia sociale. La tecnologia produttiva esclude, e va per questo responsabilizzata, cioè tassata.
I profumi sono lusso, e vanno tassati. Anzi secondo noi il tassarli di più (es. IVA sui beni di lusso al 25-30% da applicarsi anche ai beni di lusso in entrata dall'estero) in favore di migliori condizioni sociali per i meno abbienti o al miglioramento delle cure e delle condizioni di vita negli ospedali e negli ospizi, li renderebbe più esclusivi e permetterebbe a noi tutti di partecipare con maggiore coscienza alle sorti di chi è meno fortunato di noi.
Hanno dato 80 euro a chi ne aveva leggerissimo bisogno (avendo già un lavoro) e hanno dato 80 euro a chi non ne aveva bisogno (avendo un lavoro ben retribuito e poche spese, magari non avendo familiari a carico), ci è sembrato un modo meschino per comprare i voti della gente che per questo, e non per altri motivi, alla fine l'ha votato.
Uno spettacolo rivoltante. Quei soldi andavano destinati ai disoccupati! Ai quali non è stato dato nulla, quei soldi si dovevano al sostegno a quanti sono in estrema difficoltà o nella malattia, e non hanno mezzi per farvi fronte!
Matteo Renzi è uno di quei profumi di nicchia con la scatola istoriata di fanfaronate, la boccetta luccicante e il succo pessimo che, vorremmo tanto fosse presto interrotto.