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martedì 29 gennaio 2013

Osmanthe Yunnan.


2004.
Il problema di questo profumo vivace e grandioso, è che la maggior parte delle persone che pure lo provano non sanno un fico secco di osmanthus, e quindi corrono col pensiero a quello che conoscono e girano attorno alla cosa reale (che non conoscono ma immaginano o immaginano di conoscere o ricordare) così tante volte da perdersi.
Infatti chi recensisce questo profumo di solito è fuori come un balcone. Non noi, non oggi e non nei mesi e anni scorsi, quando già ne parlavamo. Perché da tempo immemore noi ci si scambiavano impressioni folli su questo fiore tanto piccino quanto potente. Suvvia è alla fine dei conti proprio così, il più piccolo e superlativo fiore da assoluta che noi si conosca.
Jean-Claude Ellena ha la mano buona dei vecchi Guerlain, dei Polge dei tempi migliori, insomma è, lui sì (ma sua figlia no di sicuro) un vero naso coi fiocchi, un maestro profumiere con o senza diplomino del ***** all'Isipca o al club de "Le sfigate mouillettes" corso base, corso avanzato e corso gettato nel bidone dell'indifferenziata assieme a un mare di soldi, vero amici dei corsi del menga?
Ellena dopo prove provette e provine riesce partendo dalla costosa assoluta di osmanthus fragrans a tessere una evoluzione nell'alto e nel basso arruolando le migliori punte chimiche nell'arsenale del profumiere, così da amplificare il segnale di base, senza snaturarlo frammischiandolo a cose di segno diametralmente opposto.
Il suo Osmanthe Y. fa due sole concessioni, una alla nota cuoio tanto cara alla Maison dalle belle borsette e l'altra al suo cavallo di battaglia, il té.
Ma il tè verde, la nota del tutto ricostruita della fresia, e quella albicocca, condividono parte del loro capitale costruttivo con l'impalcatura chimica dell'osmanthus e ne sono parte già prima di essere fuse nella miscela che si stabilizzerà nella forma del profumo finito.
Ellena non ti ficca negli occhi una noce moscata, o un legno di cedro o di frassino al cuore, non siamo dei Dracula da accoppare. Ellena come detto non esce dal soggetto del suo dipinto olfattivo perché è sua intenzione sin dal principio rendere omaggio a questo fiore.
A nostro avviso il pezzo più indipendente della linea Hermessence è proprio questo, tutto passa in secondo piano, anche Hermes qui gioca un ruolo di contorno, il vero attore protagonista è l'olea in questione; l'albero dalle foglie verdi e spesse ed i suoi fiori lattiginosi dal sentore frutto/esperidato complesso di agrume e pesca/albicocca.
Se gli esperti di marketing di Hermes vogliono spiegarci che questa idea viene ad Ellena dopo un viaggio Città Proibita di Pechino, facciano pure; noi conosciamo Ellena, il suo stile e le sue abitudini abbastanza per ritenere invece che si debba dire la verità che è più prosaica solo apparentemente: gli alberi di osmanthus che hanno colpito così tanto Ellena da costringerlo a questa genuflessione alla bellezza di quei fiori erano quelli che lo aspettavano dietro l'angolo nel mese della fioritura a Parigi, un soffio di vento da quel giardino e tanti saluti alla Cina.
Anche in Italia l'alberello è molto diffuso, e nel nostro piccolo ne sappiamo qualcosa.
Osmanthe Yunnan è davvero il profumo in commercio più vicino all'effluvio dorato di quei fiorellini potentissimi. Il profumo non è la trascrizione di una assoluta, o un estratto dei fiori in alcool, per carità queste cose sono bambinate, anche se costose. Dopo aver studiato per un paio di anni questo profumo della linea Hermessence, possiamo addirittura indicare un difetto in questo prodigio di Eau de Toilette: la nota Tè è troppo intensa e troppo "Bvlgari-sh", per il resto dire Caro Ellena che ci siamo: è per lavori ottimi questo che ti concediamo di fregiarti del titolo di Maestro Profumiere.
Insomma non sei il solito cazzaro (o la solita cazzara).
Il profumo in oggetto non ha durate stellari, non è ancorato a muschi o ambracce, non è un casino di aromachemicals come Jour D'Hermes,
e non è una cacchina come l'omologo Roger & Gallet della parafarmacia.
Osmanthe Yunnan, un grande profumo.
Tralasciamo il discorso prezzi vero? Effettivamente costa un botto (175 euro).
Al voto:
4-4,5/5

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