Un anno fa, per circa sette giorni, tra un video e l'altro, YouTube sparava uno spot di uno shampoo, che faceva imbestialire 1OU. Ma chi è quella deficiente analfabeta che non sa pronunciare la parola capelli!? Video. Di solito ascoltiamo e non guardiamo, i video da sottofondo, in playlist. In quel pezzo di pubblicità si vedeva una sorridente anonima cogliona totale. Chi è? Boh. Come modella è un cesso andante, è nana. Truzza. Va che espressione rincoglionita, che faccia da schiaffi. E perché non le chiudono quella cazzo di vocale!? Capélli NON capèlli (èèè a bocca divaricata)! Che automa di merda!
Quella sconosciuta era Chiara Treragni. Una blogger veramente insulsa, la ex diavoletta87, una disgrazia come 1000 altre, che non cagava nessuno fino a quando la madre manager, il ragazzo manager, il cane manager, il topo morto in casa manager, insomma... Anche il nulla amministrato in una certa maniera può apparire altro da ciò che è. Se paghi proporzionatamente qualsiasi cosa (anche il nulla) diventa famosa. Anche un cavatappi. Una cosa a caso.
Ce lo insegna Gucci. Corrente corso. Cos'è Gucci? ERA, bla bla bla. Ma oggi cos'è? Niente. Un tappo o un cavatappi. Come la Treragni? Ovviamente no, sono due categorie nientologiche molto diverse. Ma parliamo semplice. Come fanno a sembrare importanti, questi tappi o cavatappi? Gucci due anni fa disse per bocca del suo checcazzo era un manager o un
minportanasega del marketing (ma chi è chissenefrega): "puntiamo sui millennials, tra qualche anno incasseremo"... Sembrava una frase da ridere. Ma non avete un prodotto che sia uno, cosa vendete ai giovani (aka millennials)? Il nulla. Una felpa a caso con scritto Gucci. Un paio di mutande a caso con scritto Gucci. Ma chi le vuole!? Convinceremo i millennials dicevano. Con cosa? Brandizzandoli (cioè facendogli desiderare di essere brandizzati). Vendi la scritta sopra, riprodotta. E loro se la infilano. Ma come la imponi ai bimbiminchia? Comprando pubblicità ovunque. Ovunque! E se non bastasse? C'è la donnina che fa cose, come la blogger sandwich. Il pupazzo che mentre fa cose, ti mostra la scritta sulla felpa, Gucci. Siccome devi seguire una che è un ectoplasma vestito (volevamo scrivere scorreggia ma era volgare), occorre che ci sia una storia. Prendi un nano tatuato anche nel cervello, che comunica con gli stessi grugniti. Si dice che canti anche se nessuno ricorda una sua canzone. Volto equino. No basta, pagali perché facciano un figlio. Perché si sposino. Perché facciano un viaggio.
Ma Gucci non è solo. Intimissimi (cazzo è?), Subprime, Stucazz, La Casa della Brugola, Valentino (chi? quale?), Attilio Givoldani? Assente! PAGANO.
Pagano. Per spingere i loro prodotti oltre il solito spot. Perché, dopo lo sfondo e il pop-up opprimente, quel cazzo di quotidiano pieno di cani, gatti e romantici "migranti"(clandestini caramellati), non sa dove piazzare altra pubblicità, perciò racconta la vita fasulla di stronzi qualsiasi che fanno cose indossando cose, usando oggetti vari, che amplifichino il messaggio in forme subliminali. Dopo i bimbiminchia si va sugli adultiminchia, che vengono attirati da storie di balle interstellari di miliardi guadagnati facendosi
le selfie. Miliardi immaginari. Questa che ride, manco sa il perché. Quello che sta serio, morto o vivo, cosa cambia? Miliardi o storie pruriginose, invenzioni diverse, tipo mi si è incastrato l'assorbente interno, devo chiamare un idraulico? Sì, ma non uno qualsiasi! "Idraulico Giammario Stamminchia, il professionista che cercaviz". Che indossa una maglia? Firmata. E si china per mostrarti? Il cartellino della mutanda che esce dai jeans che sono? Della marca che ha pagato per ottenere visibilità persino in quel momento deprimente
di culo. Niente a caso. I giornali nazionali e locali (tutti oltre l'orlo del fallimento, incapaci di tirare avanti diversamente) per il denaro degli sponsor si rotolano come maiali, sono pagati dagli sponsor per raccontare utili (agli sponsor) balle.
Dire di fare molti soldi tira. E loro tirano. Ma incassano 1000 volte meno di quello che vi vorrebbero fare credere. Followers e click falsi, comprati (sia per questi pupazzi, che per i giornali che li sospingono, che per i brand che alimentano questo sistema). Il giochetto è scassatissimo, ogni giorno casca una vite o salta una molla. Chiara Treragni è una medusa al sole.
Non può reggere a lungo nello stato di esposizione in cui si trova, evitando le vere interviste per non fare intendere quanto niente sia.
Non agisce, è agita. Quell'altro muso come si chiama?
Fetez? Non suona, è suonato. Se al posto della zeta metti una x, al più consegna i pacchi.
Persino il politico che sale sul carrozzone, se aiuta a tenere il moccolo mentre propinano le storie del cazzo, porta a casa un buono spesa, una borsa, un paio di mutande. Ce n'è per tutti. Ma è una festa per miserabili. La gente ne ha le palle piene. Le bugie hanno le gambe più corte di quelle dei nani. E le meduse alla luce del sole, evaporano.