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"Il Drago della Val Daltronde" (feat. Attilio Givoldani):
Scaricare l'acqua in bacini montani montati male, sussurrati all'orecchio, saussurea lappa, auricchio e specchio? Tanto va la gatta al lardo che. Il colesterolo. Un'arancia che ti balla nella pancia e venti estremi, non trenta ma venti eventi. Il polistirolo. Una mela che ti balena nell'aia come un pollo, di due palle un pollo a palla, impanato. Deh, nel 1873 non ero ancora rinato. Quel ramo del lago di Martellago, ma libera nos a Malo, in provincia di Vicenza. Tutto questo complesso di informazioni sull'evento che si sta svolgendo deve sviluppare dei parametri stechiometrici buoni per andare in va... Varese. Oppure buoni per andare in fi... Fiesole. Fiesole sounds like a crasis between fart and loffa, with a lot of bad smells 途中で... Ma tutte queste gazzelle? Dove gazzo le mettiamo? Le liberiamo a Gazzo? Parliamo a Gazzo? La terrina tutti sanno cos'è, su questo non ci piove, e se ci piove vuol dire che l'hai lasciata fuori alla intemperanza di un tempo tamarro e osceno, ma la terrina che di per se fa per tre, se è molto grande diventa offensiva. E allora, come la mettiamo? Se è asciutta come vuoi, ma se è bagnata meglio a testa in giù, o anche a novanta, perché se è bagnata potrebbe averne bisogno. Nella Val Daltronde (più precisamene nel sestier Dal Tron nel comune di Daltronde che ad oggi è in provincia di Verona e domani non si sa) c'è un drago, che ha un'alitino talmente caldo che la terrina bagnata te l'asciuga e te la fonde, se non la levi subito, che se te la fonde... poi te cosa ti sfondi? La gazzella potrebbe non entrarci per niente, soprattutto se stringi, allora rilassati e vedrai che passerà anche quella... In fondo la morale più bella ce l'insegna uccell-insegna luminosa, il leone. Che fiutata la gazzella fé un pass felino assai fangoso (per la savana alluvionata) e per niente green. Donna nana gran savana. Il leone, sssenti come suona? E' sessualmente confuso, anche per via del suo nome. Come il femminile di mattarello, l'eco di una cretina con la zeppola... Allaccia scarpa. Picchia tobia e va in cueo de ta mare. Chea buea. Piste da cani chimici e sul letto cimici che spiano i giudici, che vanno a trans. Come se la forma isomerica del pollo gonfiabile non fosse scappellabile qb. Del riprovevole piacere, me ne stessi a fregarmene qb. Pruriginoso era altresì il moccioso che sul mocio faceva cose inenarrabili e alienanti. Coriandoli e stelle filanti. Il parlamento nell'umido, l'unione europea cosparsa di benzina e l'accendino che sbiella e s'illumina d'immenso. Ma c'è la piccina delle terre contese e delle cieche contesse in mutande tra stolidi generali in borghese e fiumi pieni d'olio d'urina... E la Cina. Che frigger puole (potendo e volendo) levandosi dagli zebedei sublimando in polvere. Nel tedio di scendere dopo esser salito. Per lavarsi dopo aver bollito, qc.
Polvere. Radioattiva. Che, se non la lecchi, è meglio...