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giovedì 29 agosto 2013

Il caffè di zibetto.

Sarebbe mica ora che parlassimo un poco del caffè di zibetto, visto che lo beviamo tutti i giorni*?
Va bene, scrivi un post.



La storia di questo caffè inizia durante il periodo coloniale (XIX secolo), in Indonesia gli olandesi coltivavano caffè e ne proibivano il consumo agli indigeni. Ben presto si accorsero che questi animali andavano matti per i chicchi migliori di caffè e che li digerivano e cagavano** lontano dalle piantagioni e dai guardiani. 
Si potevano raccogliere, pulire e quindi tostare (piuttosto di niente, avranno pensato, e invece)...
Quel caffè raro era straordinariamente buono, quando arrivò alla prova del gusto degli olandesi ci si accorse della strana e inusitata dolcezza (e così sparì presto anche quello). Schiavi e padroni, tutti volevano questo caffè da rinvenire qua e là e nella sterpaglia: ma non c'era abbastanza materiale digerito ed espulso per far contenti tutti (allora come oggi). Il suo prezzo era molto alto ed impegnava continuativamente le donne nella raccolta, specialmente quelle meno adatte alla fatica fisica di altri lavori.


Il caffè di zibetto è descritto erroneamente persino in Wikipedia. Ne scrivono come di una modifica del profilo proteico dovuto alla digestione all'interno dell'animale. Non parlano della azione dei succhi gastrici sui tannini: il vero motivo per cui questo caffè è alla fine più dolce e rotondo di quello non elaborato dagli zibetti.
I tannini sono amaricanti ed astringenti.
A ciò si aggiunga che quello che questo animale fa all'interno del suo corpo e fuori dal suo corpo è quasi alieno. Lo zibetto appartiene alla famiglia dei viverridi ma per noi potrebbe essere pure marziano...
Il muschio di zibetto non è fecale, non gli esce dal culo infatti.
Il caffè di zibetto non è fecale, anche se gli esce dal culo.


Noi allo zibetto non ci arriviamo per via cinematografica, niente Hollywood per noi, niente Fiere della Polenta, poche storie, è tutta sostanza...
Amore per quella volpe di super-gatto, quello sì.
Vai avanti (non sarebbe il caso di una foto "domestica")? Va bene.
Indonesia, non c'è spazio per i mediatori nostrani.
6 mesi prima di accordarsi per l'acquisto di uno stock, e noi s'acquista anche la prova del 9: un identico lotto ma da altro fornitore a 350 Km dal precedente.
Idem per il terzo giro, Sumatra.
Una gara di resistenza alla rottura degli zebedei durante i soliti 40 giorni di tedio doganale e poi finalmente si può preparare la moka...
Il tostato da macinare sul momento è migliore.
La varietà di caffé coltivata in Asia è la "arabica".

I chicchi di caffè vengono ingoiati dagli zibetti e defecati qua e là. In natura gli animali si nutrono in modo naturale e spontaneo, in allevamento vengono invece nutriti anche a forza...
La differenza c'è spesso, perché il processo digestivo dell'animale in natura è regolare, invece in allevamento non sa mai chi trova e non gli si lascia proprio il tempo di diventare stitico...
Lo scandalo è recente, gli allevatori asiatici si fanno ormai una concorrenza folle, e appena vedono uno zibetto libero cercano la via di catturarlo per metterlo a caffè crudo a oltranza. E lo zibetto si mette giù a pannellare gandhianamente, e allora l'allevatore che vuole comprarsi il mercedez e il rolez va giù di schiaffoni: makan karena aku akan mematahkan kepala anda! (è un invito cordiale in indonesiano a consumare rapidamente il contenuto della vasca del caffé crudo).

Lo zibetto non è scemo, ha una mira per scegliere, quando può (come quando è libero di prendere i chicchi dalla pianta), i chicchi migliori, i più sani e solitamente i più grossi.
Chicchi molto grossi e non intaccati da parassiti. I caffè migliori sono quelli raccolti nella giungla, quelli che abbiamo cercato e acquistato. Quelli che beviamo.
I prezzi sono alti, e vari. Dai 50 ai 120 dollari l'etto. Ma per esperienza quelli migliori sono sui 100 all'etto.
Sotto i 70 dollari fioccano i falsi. 


Il caffè di zibetto crudo essiccato si può tostare anche in casa dopo opportuno lavaggio.
Batte tutte le prove di gusto, è davvero il migliore dei caffè sul mercato (è una varietà arabica i cui chicchi sono selezionati dall'animale e detanninizzati dallo stesso).
Le prove sono tutte a suo favore, persino quella recente con un blind-panel di studenti dell'Huffington Post.
Ma ai produttori dà fastidio, non si può imbrigliare perché se la gente in occidente vede gli zibetti in gabbia boicotta il marchio, ma nel frattempo ruba fette di mercato quello prodotto dai contadini di Indonesia, Bali, Sumatra...
Quindi minimizzano, beh sì... Ma non è tanto meglio, ma gli animali soffrono, ma (e fa effetto soprattutto agli americani di Bucket List 2007) "esce dal culo deve essere merda".
Vallo a dire agli olandesi che tenevano quelle colonie! Già loro ti avrebbero risposto che no, non solo non sa di merda, ma è migliore del tuo caffè raccolto meccanicamente e irrorato di pesticidi.
A noi piace perché noi si va da Guerlain al muschio di zibetto, e dallo zibetto in profumeria al caffè di zibetto.
Anche se gli allevamenti non sono per i nostri gusti gli stessi, in quanto il nostro muschio è etiope, sempre e solo africano quindi. 
Mentre per il caffè ci sono poche alternative (in Asia).

Oggi i prezzi sono scesi in modo assurdo, ormai quasi tutto il Kopi Luwak venduto oggi sui mercati è falso e creato in modi scorretti o fantasiosi. I produttori onesti sono in difficoltà, il risultato di distruggere il mercato di questo caffè è quasi raggiunto.
Noi razioniamo, perché quello trovato alla esclusiva caffetteria ******** a 12 euro la tazzina quest'anno non era quello trovato due anni fa o quello che abbiamo acquistato direttamente là e che possiamo ancora prepararci a casa, insciallah.





Ma quante "belle" anteprime!

Ecco il nuovo rutto di fiori bianchi di Lutens, provato a Parigi per voi e per tutti (per la review clicca sulla carriola):













L'incensone di Tom Ford è invece qui:















* quasi tutti i giorni, cmq spesso en lieu du café normal.
**chiediamo vènia per l'uso del "francesismo"...

venerdì 22 giugno 2012

Candy Prada o Angel di Mugler?


Non riusciamo a trovare una ragazza che lo trovi portabile, non riusciamo a trovare un ragazzo che lo trovi men che emetico.
Non piace, e ci sorprendiamo. 8 persone su 10 lo rifiutano categoricamente, lo trovano umiliante, sciocco, ridicolo. 
A noi non pareva nulla di offensivo, certo nemmeno qualcosa di stupendo.
Volevamo, cioè eravamo tentati dall'idea di metterlo a confronto, o in "gara", con Angel di T. Mugler, ma l'idea si riassume nel suo esito.
Ha vinto Angel, stravinta la partita già alla fine del primo tempo.
Beh, a pensarci bene, Candy ha 3 note, Angel ne ha 30!
Candy è un aroma per dolci abbellito, Angel è un profumo rivoluzionario alla stregua di classici come Chanel N°5.
Che idee balzane, i contest.

I TESORI NASCOSTI DELLA PROFUMERIA CONTEMPORANEA, NON SONO PER "I CADUTI NELLA NICCHIA"...


Sono la croce e la delizia di ogni profumeria. Possiamo visitarne 8 in una mattinata, annusare, comprare, annotare mentalmente. Non improvvisiamo quasi mai, tutto è studiato prima. La novità è vecchia quando arriva in negozio, nella nostra testa c'è già la fragranza più o meno, in base alle indiscrezioni estere e alle piramidi olfattive. Lo spazio per le co*li*n*te dei o delle commessi/e è limitatissimo. Gli errori non sono tollerati. Non sopportiamo chi mi parla di patchouli dove non ce n'è, o di rosa damascena dove sta stretta una dorinia givaudan. Ci vuole precisone, non è sempre uno scherzo.
Siamo democratici. Andiamo all'Acqua e Sapone e poi alla Rinascente o viceversa.
Una profumeria di nicchia e poi Bipa, o Limoni.
Se i nasi dovessero sovraccaricarsi, abbiamo imparato a filtrare le note bypassando le zone nasali anestetizzate da macromolecole, abbiamo perfezionato la tecnica con gli attar di Amouage.
E conoscendo di tutto e tentando di conoscere di tutto, profumi fatti e finiti e materie prime, si giunge a una certa prontezza e rapidità di collegamento.
Si capiscono tricks, trucchi e inganni. Si distingue la novità dal vecchiume. E il valore dal disvalore. Anche il costo economico diviene leggibile. Non solo dall'INCI di un prodotto.
Ci sono alcuni profumi davvero poco costosi, in modo oltraggioso, nascosti tra tantissimi altri, che potrebbero cambiare flacone e ripiazzarsi nelle migliori profumerie di nicchia (che ormai ahimè conosciamo fin troppo bene), a prezzi anche 40 volte superiori!
Abbiamo in mente parecchi profumi middle price eccellenti, che per oscure trame del destino vengono snobbati, in favore di altre porcherie nuove nuove.
Intendiamo dire, in una profumeria ci sono trappole di varia gravità e tesori nascosti.
La trappole sono i profumi che acquistiamo scivolando nel percorso DESIDERIO (INDOTTO?)-APPAGAMENTO DEL DESIDERIO-CONSTATAZIONE DELL'ERRORE-GIUSTIFICAZIONE DELL'ERRORE/AUTOINGANNO (autoinganno, un poco quello che leggiamo in forum come Adjiumi,come diavolo si scrive).
I tesori sono quei profumi che richiedono davvero più di tutto il naso e il cervello, i tesori sono i profumi di qualità a volte alta, che il mercato offre a prezzi bassi o molto bassi; sono i profumi che permetteranno a chi li indosserà di ricevere moltissimi complimenti salvo il dovere omettere il nome del profumo colpevole di tanto successo per non smontare l'entusiasmo dell'interlocutore...
Di solito non facciamo recensioni dei tesòri, di quei profumi che giudichiamo meravigliosi e regalàti.
Preferiamo segnalare le trappole, indicare alcuni momenti di comune entusiasmo e aspettare. Di vedere che accade, perchè ci sono profumi che si vendono da soli sapete? Ci sono profumi che risorgono senza bisogno di pubblicità, produttori e grossisti se ne accorgono e il prezzo sale un pochetto.
In fondo, lo sapevate che Chanel N°5 nel dopoguerra ha trascorso un decennio nei grandi magazzini accanto ai profumetti? Era lui, anzi era meglio di quello che oggi possiamo trovare in vendita riformulato, ma era fuori moda, o meglio, era nascosto.
C'era a scaffale, ma non lo vedeva nessuno.
I consumatori comprano le idee che i mass-media oppure i "consiglieri" della nicchia,veicolano.
Ci sono negozianti di grande talento che da soli, un poco per giorno, si lavorano il cliente, fino a farlo scivolare nella collezione di costosissimi flaconi. E non puoi andare a dire a chi ha comprato metri di profumi Bond, Etat Libre d'Orange, Creed o persino Frederic Malle, che ha pagato banalità, spesso imitazioni di profumi già esistenti, il triplo o quadruplo di quello che avrebbe dovuto pagare. E nemmeno che con molti di quei profumi addosso potrà ottenere solo il fastidio di chi incontrerà, perchè profumi pessimamente concepiti e costruiti.
Chi è stato ingannato di solito preferisce andare a cercare sicurezze da chi l'ha ingannato, comprare ancora ciofèche, piuttosto di mettersi a ragionare sulle tecniche attraverso le quali è stato frodato.
Così il lui o la lei, profumista, collecteur, bimbo-minchia nicchia, non ama scoprire i tesori.
Preferisce la trappole, l'importante è che in fondo alla buca il facitore di inganni abbia preparato una poltrona comoda per l'atterraggio: annuserà il suo profumo nicchioso incomunicabile la vittima, mentre il mercante di sogni (leggasi inganni) finirà di girarsi tra le dita le grosse banconote dell'incasso.

Chi sono? Nessuno, oppure sono... Jicky (Maria) Farina.
© Monsieur Jicky. All Rights Reserved.

giovedì 21 giugno 2012

Caro, mi si è indurita l'aldeide. Consigli su come recuperare l'adeide impazzita (polimerizzata).


Aldeidi che spasso. Sono nebbie che rendono indistinguibili le note sottostanti secondo Polge il vecchio. Sono composti organici che comprendono un gruppo funzionale carbonile (C=O), per chi sa qualcosa di chimica. Sono le note indistinte in apertura di Chanel N°5 per tutti gli altri.
Sono potenti. Alcune sono cerose, in genere graffiano, ma sono relativamente sicure, sono poco tossiche per l'uomo. Diverso discorso per l'impatto che hanno sull'ambiente.
Sono assai fragili difficili da conservare, aggrediscono i tappini di gomma se diluite e quando conservate pure possono impazzire. 
Diventano "dure". Polimerizzano. S'imbaloccano nei flaconi e ti fanno ciao ciao.
Come recuperare un'aldeide impazzita? Se presa prima di aver completato il processo di polimerizzazione un sistema valido è il seguente: carta filtro.
Si mette in "tintura" quel che ne rimane, in alcool e si passa il tutto con imbuto e carta filtro. Il calcolo della percentuale in soluzione diventerà complicato, ma avrete evitato la soluzione più semplice, l'apposito smaltimento come rifiuto speciale.
Non è che buttate la roba nel wc vero?
PS
Non tagliate mai aldeidi con DPG, l'aldeide vuole alcool (l'alcool le mette le ali), il DPG invece l'appiattisce.